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Licenziata da Conad per un post su Facebook, vince in tribunale: per il giudice era “diritto di critica”

Elvira Zanchi era stata licenziata perché aveva criticato su Facebook la nuova gestione del supermercato Conad dove lavorava. Per il giudice, però, quello era “diritto di cronaca” e ha disposto il reintegro oltre a un risarcimento.
A cura di Enrico Spaccini
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Era stata licenziata perché accusata di comportamenti scorretti. Elvira Zanchi, dipendente del supermercato Conad di Curno, in provincia di Bergamo, si era "permessa di esprimere un parere personale in un social", scrive in una nota il sindacato Cisl. Per questo motivo, nel luglio del 2020, era stata licenziata. Reintegrata a marzo 2021, ora Zanchi ha vinto anche il ricorso alla Corte d'Appello di Brescia.

Il diritto di critica

Il giudice Raffaele Lapenta ha respinto le richieste di Mgs, che gestisce l'insegna Conad a Curno. Ha infatti ritenuto che Zanchi, come scrive anche Cisl, "avesse diritto di esporre le proprie idee proprio in virtù della sua carica".

Elvira Zanchi, oltre che essere dipendente part-time, è anche delegata sindacale per Fisascat Cisl. Per il giudice, quelle affermazioni affidate ai social altro non erano che "una legittima espressione del diritto di critica costituzionalmente tutelato dall'art. 21 della Costituzione".

Questo diritto, scrive il giudice Lapenta, "si può concretizzare anche nell'espressione di un giudizio, di un'opinione e riviste connotazioni soggettive soprattutto quando si svolge in ambito sindacale".

I procedimenti disciplinari

Lo scontro in Tribunale era arrivato dopo una serie di procedimenti disciplinari. In uno le veniva contestato di non aver fatto la pausa giornaliera obbligatoria di 15 minuti prevista dal regolamento Conad: "Anche se Elvira è part-time per cui non vi è obbligo alcuno di fare pausa", precisa Cisl.

In un altro si contestava a Zanchi "di aver falsamente dichiarato di essere autorizzata a godere di permessi" mentre nell'ultimo, appunto, di aver espresso pareri personali riguardo la società su Facebook.

Anche questa volta, dunque, è stato confermato il provvedimento del Tribunale di Bergamo "con cui la dipendente è stata reintegrata nel posto di lavoro a seguito del licenziamento illegittimo, così come il risarcimento deciso dal giudice di primo grado".

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