L’ex socio di Chiara Ferragni: “Pensava solo a fare soldi, ha spinto fino al Pandoro Gate”

"Pensavano solo all'accrescimento economico, a discapito di tutto. Hanno spinto fino al Pandoro Gate". Sono le parole di Pasquale Morgese, imprenditore pugliese ed ex socio di Chiara Ferragni nella società Fenice srl. In un'intervista rilasciata al programma FarWest di Rai Tre, Morgese ha ricostruito il suo rapporto con l'influencer cremonese, arrivando fino al processo per truffa aggravata che la vede coinvolta a Milano insieme al suo ex braccio destro, Fabio Maria Damato. Per entrambi, la Procura ha chiesto una condanna a 1 anno e 8 mesi.
Morgese, che fino a un anno fa deteneva il 27,5 per cento di Fenice srl, ha raccontato del rapporto professionale nato con Ferragni ben prima dell'exploit economico. Le cose, però, avrebbero iniziato a complicarsi nel 2018, quando Riccardo Pozzoli, cofondatore dei progetti imprenditoriali dell'influencer, è uscito di scena.
A quel punto, Ferragni avrebbe chiesto a Morgese di cederle le quote di The Blonde Salad (Tbs). "Voleva che gliele regalassi, mentre io le volevo proporre la stessa cifra che avevo chiesto a Pozzoli", ha raccontato l'imprenditore. Davanti al suo rifiuto, Ferragni e l'altro socio, Paolo Barletta, lo avrebbero escluso dal consiglio d'amministrazione dell'azienda. Azienda che nel frattempo sarebbe stata sempre più nelle mani di Ferragni e Fabio Damato, che la stessa influencer definiva "il mio braccio destro e sinistro". Secondo la versione di Morgese, ormai si pensava "solo all'accrescimento economico, a discapito di tutto" e questo modo di fare li avrebbe spinti "fino al Pandoro Gate".
Stando a quanto ricostruito dalla guardia di finanza, nel 2021 e 2022 ci sarebbe stata una presunta pubblicità ingannevole per la promozione del Pandoro Pink Christmas, progetto con il quale la società di Ferragni avrebbe incassato poco più di un milione di euro a fronte di una donazione di 50mila euro a favore di un ospedale.
Per Morgese, l'operazione non le avrebbe portato "un accrescimento di denaro, ma l'errore è stato voler dimostrare di essere buona a tutti i costi". Quando la presunta truffa è stata portata allo scoperto, "ho pensato ‘siamo fritti, hanno sbagliato tutto‘. È il risultato di un'arroganza durata anni", ha affermato l'ex socio di Ferragni.