video suggerito
video suggerito
Arresti tra ultras di Milan e Inter

L’ex capo ultrà Ferdico: “Io e D’Alessandro schiavi della cocaina, per averla rapinammo un uomo per 120mila euro”

Marco Ferdico, ex capo della Curva Nord, finito in carcere nel maxi blitz della Dda di Milano e già condannato a 8 anni, ha rivelato ai pm di essere stato il “basista” di un’aggressione organizzata con D’Alessandro fuori da un ristorante a Ripalta Cremasca (Cremona), il 10 giugno di tre anni fa, ai danni di una “persona facoltosa” che conosceva: “Eravamo schiavi della cocaina, volevamo il bottino di 120mila euro”
A cura di Giulia Ghirardi
55 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Anche Marco Ferdico, uno degli ex capi della Curva Nord, finito in carcere nel maxi blitz della Dda di Milano di un anno fa e già condannato a 8 anni, starebbe collaborando coi pm, dopo la scelta già intrapresa da Andrea Beretta, ex leader del direttivo ultrà nerazzurro. Alcune rivelazioni di Ferdico avrebbero portato alla riapertura di una rapina a mano armata per un bottino da circa 120mila euro, avvenuta nel 2022 in provincia di Cremona.

Secondo quanto riferito in un interrogatorio davanti ai pm di Milano, l'ex ultrà neroazzurro si sarebbe autoaccusato di essere stato il "basista" di un'aggressione con pistola e pestaggio fuori da un ristorante a Ripalta Cremasca (Cremona), il 10 giugno di tre anni fa, ai danni di una "persona facoltosa" che lui conosceva bene e a cui avrebbe teso una trappola. Alla vittima sarebbe stata puntata "una pistola al volto" e avrebbe subito un pestaggio, riportando lesioni "guaribili in 16 giorni". L'obiettivo dell'aggressione erano l'orologio di lusso e i cinque bracciali d'oro della vittima del valore totale di 120mila euro.

Sempre riferendosi a tale vicenda Ferdico avrebbe tirato in ballo anche Daniel D'Alessandro, detto "Bellebuon", arrestato in Bulgaria lo scorso aprile in un filone della maxi indagine dei pm milanesi Paolo Storari e Sara Ombra e della Squadra mobile della Polizia sull'omicidio dello storico capo ultrà interista Vittorio Boiocchi, ammazzato a colpi di pistola il 29 ottobre 2022 sotto casa, nel capoluogo lombardo. Un paio di giorni prima della rapina, infatti, ha messo a verbale Ferdico, "avevo deciso insieme a D'Alessandro di rapinarlo, sapendo che era una persona facoltosa e che portava con sé sempre oggetti di valore". Per questo, dopo una cena con lo stesso Ferdico, quel suo conoscente, quando uscì dal ristorante, subì l'agguato di D'Alessandro, secondo la versione di Ferdico, e di un'altra persona, un bulgaro mai identificato, arrivato in auto con D'Alessandro.

"In quel periodo, quello della rapina, eravamo assidui consumatori di cocaina, avevamo bisogno di denaro per acquistarne continuamente", si è giustificato l'ex leader della Nord. "Abbiamo ricevuto 15mila euro a testa in contanti per tutta la refurtiva (…) questa rapina è stata organizzata perché D'Alessandro aveva un debito pesante per droga", ha aggiunto. "Mi dispiace per questa cosa che è successa per colpa mia", ha concluso l'ex capo ultrà neroazzurro davanti agli inquirenti. "È avvenuta in un momento in cui frequentavo un ambiente criminale e facevo uso di stupefacenti in modo esagerato". Oggi, ha detto ancora, "ho cambiato radicalmente vita". Nel frattempo, sul delitto Boiocchi dovrebbe arrivare nei prossimi giorni la richiesta di processo con rito immediato.

55 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views