Le presta 70mila euro e poi la uccide a coltellate: chiesto il giudizio immediato per un 29enne

Il 25 maggio scorso a Legnano, comune dell'hinterland di Milano, è stata uccisa Vasilica Potincu. La donna, nata in Romania, aveva 35 anni e, oltre a lavorare nello studio di un commercialista, svolgeva l'attività di escort. E, proprio durante un incontro, aveva conosciuto Andrea Mostoni. Il 29enne, operaio, viveva a Robecco sul Naviglio. Avrebbe instaurato un rapporto con la donna fino al punto di prestarle ben settantamila euro, convinto che avrebbe lasciato la sua attività. Ma così non è stato.
E proprio nella notte tra il 24 e il 25 maggio, si sarebbe intrufolato nell'appartamento della 35enne, che viveva a Cinisello Balsamo ma lavorava in via Stelvio a Legnano, e avrebbe avuto un litigio con la donna per la restituzione del denaro. Al culmine della discussione, l'avrebbe accoltellata per nove volte. Il colpo letale, come confermato dall'autopsia, è stato alla schiena. Dopodiché l'uomo è scappato. Il corpo, con ancora il coltello conficcato nella schiena, è stato trovato da uno degli inquilini del palazzo di via Stelvio che avrebbe visto la porta dell'appartamento aperta: "Mio padre ha visto la porta aperta e, pensando ai ladri, ha varcato la soglia per accertarsi che fosse tutto a posto. Invece ha trovato una donna morta", aveva raccontato la figlia a Fanpage.it.
Mostoni è stato fermato pochi giorni dopo: il 28 maggio. Ha sempre negato ogni addebito e si è chiuso nel silenzio. La sua avvocata, Emanuela Re, aveva anche chiesto la scarcerazione sostenendo che non ci fossero prove contro lui. Per i magistrati però non è così. E ora la Procura ha chiesto per lui il giudizio immediato. A formulare la richiesta è stato il pubblico ministero di Busto Arsizio Ciro Caramore, che ha coordinato le indagini dei carabinieri della compagnia di Legnano. Al 29enne, oltre l'accusa di omicidio, è contestata l'aggravante della premeditazione.
Ma come sarebbe stato incastrato Mostoni? In primis le telecamere di sorveglianza, installate nella zona, mostrano un uomo, la cui fisionomia corrisponde a quella del 29enne. Non solo. Gli indumenti indossati e ripresi dalle telecamere, sarebbero stati trovati a casa del giovane. A queste immagini, si aggiungono quelle dei varchi dei vari Comuni che hanno ripreso un'auto, uguale a quella di Mostoni, che ha compiuto il tragitto per raggiungere il luogo dell'omicidio e poi tornare a Busto Garolfo dove l'uomo aveva un appuntamento con alcuni amici. Ancora uno dei cellulari della vittima, sparito dopo il delitto, e quello del 29enne si sarebbero entrambi agganciati prima a Canegrate, dove Mostoni si sarebbe fermato per salutare altri amici, e poi quelle di Busto Garolfo. Dopodiché, il segnale sarebbe sparito nel nulla.
Dalle ricostruzioni degli inquirenti e dalle testimonianze, è poi emerso che Mostoni avesse sviluppato una sorta di ossessione per Potincu. Il commercialista presso cui la donna lavorava, ha infatti rivelato che la vittima gli aveva raccontato che l'uomo era diventato ossessivo. Avrebbe avuto atteggiamenti morbosi perché convinto di essere più di un cliente. Il datore di lavoro l'avrebbe messa in contatto con un avvocato che sarebbe stato incaricato a diffidare l'uomo. Anche la madre della 35enne ha raccontato che, quando la figlia ha rifiutato la richiesta di una relazione, lui avrebbe iniziato a minacciarla di morte.