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Lama calpesta e uccide l’operaio che gli dava da mangiare ogni giorno, a processo i vertici della fattoria

I vertici della fattoria Valer di Montano Lucino (Como) sono imputati per omicidio colposo. Il 3 luglio 2021 il 64enne Mauro Capicchioni era stato trovato senza vita nel recinto dei lama. Secondo l’accusa, non erano stati valutati correttamente i rischi.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
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Mauro Capicchioni era stato trovato senza vita la mattina del 3 luglio 2021 all'interno del recinto dei lama nella fattoria Valer di Montano Lucino (in provincia di Como). Il 64enne aveva il compito di accudirli, ma alcune ore prima era stato aggredito da un esemplare maschio che lo avrebbe colpito e calpestato fino a ucciderlo. Per la sua morte sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di omicidio colposo i soci e amministratori della società: Mirella Locatelli, che ha chiesto di poter patteggiare la pena, e Mauro Colombo e Annalisa Ripamonti che a giugno affronteranno il processo con rito abbreviato.

La morte di Capicchioni colpito e calpestato da un lama

Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dal pm Simone Pizzotti, Capicchioni era incaricato di dare da mangiare agli animali. Era abituato a entrare senza alcun timore nelle recinzioni dei vari ospiti della fattoria Valer, compresa in quella che custodiva tre lama e un cucciolo. Il 64enne di Carate Urio, però, sarebbe stato aggredito da un esemplare maschio che, dopo averlo fatto cadere, lo avrebbe calpestato più volte.

In questo modo, il lama ha causato in Capicchioni ferite ai polsi, a un ginocchio, e un'emorragia polmonare. Le lesioni avrebbero poi provocato un collasso generale che hanno portato al decesso del 64enne.

Le responsabilità dei gestori della fattoria

Per la Procura di Como, la 65enne Mirella Locatelli, il 61enne Mauro Colombo e la 57enne Annalisa Ripamonti sarebbero responsabili del decesso di Capicchioni in quanto responsabili della sicurezza della fattoria. Le indagini hanno permesso di accertare che i tre non avrebbero valutato i possibili rischi a cui avevano esposto il lavoratore e, inoltre, non avevano nemmeno protezioni da adottare in caso di pericolo di aggressioni da parte degli animali.

I tre sono comparsi nei giorni scorsi in udienza preliminare di fronte al giudice Walter Lietti. Locatelli ha chiesto di poter patteggiare la pena, avendo già trovato un accordo con il pubblico ministero per 6 mesi. Gli altri due imputati, Colombo e Ripamonti, hanno chiesto e ottenuto il processo con rito abbreviato.

I due hanno posto come condizione l'audizione di due testimoni e l'interrogatorio di Ripamonti. La difesa, infatti, intende sentire un veterinario per comprendere meglio la gestione di questo tipo di animali e un lavoratore dipendente della fattoria. La prima udienza è prevista per giugno.

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