La storia di Isly, richiedente asilo: “Sono scappata dalla violenza del mio Paese per dare un futuro a mio figlio”

“Sono scappata dal Venezuela per dare un futuro migliore a mio figlio. In Italia, però, non riuscivo a ottenere la residenza senza la quale non potevo lavorare, mio figlio non è andato a scuola per 9 mesi. Alla fine, però, ce l’abbiamo fatta”. Isly, richiedente asilo in Italia, ha raccontato la sua storia a Fanpage.it.
A cura di Giulia Ghirardi
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Credits: Beatrice Barra (Fanpage.it)
Credits: Beatrice Barra (Fanpage.it)

"Sono scappata dal Venezuela per dare un futuro a mio figlio. A casa era pericoloso, subivamo estorsioni. Non volevamo vivere in questa situazione per tutta la vita. Soprattutto, non volevo che mio figlio dovesse viverla per sempre". A parlare e raccontare la sua storia a Fanpage.it è Isly, 24 anni, nazionalità venezuelana. È scappata in Italia nel febbraio del 2023 in cerca di un futuro migliore per suo figlio e la sua famiglia. Una volta arrivata, però, non è stato facile per Isly che è diventata vittima di un circolo vizioso al quale Milano non è nuova: senza titolo abitativo – in un contesto fatto di estorsioni, contratti in nero e affitti troppo cari – non ha potuto ricevere la residenza senza la quale è stata esclusa – di fatto – da moltissimi servizi, sussidi e supporti sociali. Proprio la mancanza della residenza ha impedito a Isly di lavorare e di iscrivere suo figlio a scuola per ben nove mesi.

"Circa l'80% delle persone che intercettiamo vivono le stesse problematiche di Isly: problemi di regolarizzazione legati alla residenza", ha spiegato a Fanpage.it Paola Montedoro, referente del progetto Nessuno Escluso di EMERGENCY su Milano. Un progetto che si occupa di garantire un accesso equo e inclusivo alla rete di prestazioni e servizi pubblici e privati di assistenza rivolti alle fasce più vulnerabili sul territorio milanese: dalla distribuzione di pacchi alimentari sino al supporto a problematiche abitative, lavorative, amministrative e di accesso ai sussidi e ai servizi sociosanitari.

"È un problema diffuso su tutto il territorio nazionale, ma a Milano emerge con evidenza a causa del grosso problema legato ai subaffitti senza regolare contratto", ha spiegato ancora Montedoro. "Il 90% delle persone che arriva in Italia non può, infatti, accedere al libero mercato immobiliare. Questa è la peculiarità di Milano che è una città oramai inaccessibile ai più. La soluzione, in questo caso, può essere la residenza fittizia". Ed è proprio la residenza fittizia lo strumento che ha permesso a Isly e alla sua famiglia di tornare a essere liberi di vivere.

La storia di Isly: "Con la residenza fittizia sono tornata a vivere"

"Ho una famiglia, un marito e un figlio", ha esordito Isly a Fanpage.it. "Inizialmente ci siamo trasferiti in Perù dove abbiamo vissuto per quattro anni e mezzo però la situazione là era brutta quanto in Venezuela. Questo perché gestivamo una nostra attività, ma siamo diventati vittime di estorsioni. Era diventato molto pericoloso. Non volevo vivere questa situazione per sempre". Soprattutto, ha aggiunto: "Non volevo che mio figlio dovesse viverla per sempre, per lui volevo un futuro migliore".

"Per questo abbiamo deciso di venire in Italia dove viveva già mia suocera. Mio marito è arrivato a giugno nel 2022, io l'ho raggiunto a febbraio 2023", ha continuato a raccontare Isly. "Una volta arrivata in Italia la difficoltà più grande è stata quella dei documenti. Volevo essere in regola, ma non potevo lavorare, non conoscevo la lingua e non riuscivo a ottenere la residenza perché dove ero in affitto il proprietario non voleva darcela e, allo stesso tempo, non trovavo nessuno altro che volesse ospitarci con un contratto". Ad aggravare la situazione il fatto che "alcune persone latino americane che sono qui in Italia se ne approfittano e chiedono di pagare un prezzo altissimo per un appartamento. All'inizio ero preoccupata perché se non avessi trovato un'altra sistemazione avrei dovuto pagare, non avevo scelta".

"Stare sola in un nuovo Paese non è facile. Ho passato nove mesi senza poter lavorare e senza che mio figlio potesse andare a scuola finché non ho scoperto la residenza fittizia", ha ricordato Isly a Fanpage.it. "La svolta è arrivata quando una collega mi ha detto di chiamare un numero. Era il numero di EMERGENCY. Li ho chiamati e dopo un solo giorno mi hanno fissato un appuntamento che mi ha permesso di iscrivere mio figlio a scuola. Mi hanno aiutata a fare la richiesta per la residenza fittizia e dopo una settimana mi hanno dato anche il permesso di soggiorno".

"Adesso sono tranquilla: ho i documenti, un lavoro con un contratto e mio figlio può andare a scuola. Ottenere la residenza fittizia è stato come togliersi un peso senza il quale tutto è diventato facile. Il mio sogno ora è quello di riuscire a portare qui anche mia mamma, mio papà e mia sorella. Lavorare, aprire un locale come estetista e non dover essere dipendente da nessuno", ha concluso Isly a Fanpage.it. "Ora sono molto contenta di star qua, soprattutto per mio figlio perché in Venezuela non avrebbe avuto un futuro, qui possiamo star bene. Possiamo vivere. Il mio bimbo può vivere. Alla fine, ce l'abbiamo fatta".

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