La ragazza stuprata alla stazione di San Zenone al Lambro: “Mi ha sbattuta per terra, pensavo di morire”

Nella notte del 30 agosto una ragazza di 18 anni è stata picchiata e violentata alla stazione di San Zenone al Lambro, in provincia di Milano, mentre stava andando a prendere il treno per tornare a casa.
Nella notte tra martedì 9 e mercoledì 10 settembre, un uomo è stato fermato. Fonti hanno confermato a Fanpage.it che ieri, in conferenza stampa, la Procura di Lodi ha chiarito come è avvenuto il fermo. Si tratta del 25enne maliano Harouna Sangare.
La vicenda
Nella notte del 30 agosto, una ragazza di 18 anni stava raggiungendo la stazione di San Zenone al Lambro, in provincia di Milano. Sono le 23 e a minuti sarebbe partito l'ultimo regionale che l'avrebbe portata a casa sua nella periferia a nord di Milano, dove vive con i genitori. Prima del suo arrivo in stazione, la 18enne ha attraversato il sottopassaggio di via del Bissone, è qui che l'uomo è comparso, sbucando dal guard rail e puntando la giovane. Le prime dichiarazioni della ragazza sono state messe a verbale nella caserma di Melegnano: "Si avvicinava a me e con il flash del telefono cominciava a fissarmi. A quel punto gli chiedevo cosa avesse da guardare. Lui mi raggiungeva e con forza mi bloccava stringendomi tra le sue braccia. Mi portava con violenza dietro una siepe lì vicino e con una mano mi tappava la bocca e il naso per non farmi urlare. Successivamente mi sbatteva per terra. Cercavo vanamente di urlare, ma lo stesso, per non permettermi di gridare, mi afferrava il collo con entrambe le mani. La presa era così forte che non riuscivo a respirare e pensavo di morire”.
La ragazza ha provato a liberarsi, ma l'uomo era talmente forte che è riuscito a sollevarla per andare dietro a dei cespugli. A quel punto ha abusato di lei, insultandola: "con parole della sua lingua e con vari vaffa". Dopo il brutale episodio, lo stupratore ha preso dalle mani il cellulare della vittima per impedirle di chiedere aiuto. Poi però, è tornato indietro e si è scagliato nuovamente su di lei per almeno una mezz'ora. Alle 23.54, la ragazza è riuscita a sfilare il suo cellulare dalla tasca dell'aggressore e ha chiamato il 112.
I militari della stazione di Melegano sono stati i primi a raccogliere le parole della giovane, confermate nella querela: “Il soggetto è di probabile etnia africana, in quanto con la pelle molto scura, aveva i capelli corti, ricci, non riusciva a parlare l’italiano o meglio lo parlava malissimo. Era vestito tutto di scuro, è andato via dinanzi a me in direzione opposta a quella della stazione”.
Le informazioni hanno indirizzato le indagini degli investigatori dell'Arma verso il centro vicino d'accoglienza per migranti di via Maestri del Lavoro, che dista qualche centinaio di metri dalla stazione. Per la Procura di Lodi e i carabinieri è il venticinquenne maliano Harouna Sangare, incastrato per le tracce di dna che ha lsciato sui vestiti della vittima. Il ragazzo lavorava come aiuto cuoco per la onlus Fratelli di San Francesco, a Milano, e il giorno della violenza aveva sostituito un collega all‘ex Hotel Ambra di San Zenone, a pochi metri dalla ferrovia. Le forze dell'ordine sono riuscite a risalire al ragazzo proprio grazie al direttore della onlus, che ha riconosciuto Sangare grazie alla descrizione della ragazza e al frame di una delle telecamere di sorveglianza della zona che l'ha immortalato allontanarsi dalla stazione.
La 18enne è stata in seguito portata in ambulanza al Policlinico, dove le sono state medicate le escoriazioni su gola, fronte, labbra e testa. La ragazza ha spiegato che i segni erano dovuti alle strette violente che l'uomo gli provocava: "Le ecchimosi che sono presenti sul viso sono conseguenza del mio volto rivolto con la faccia a terra". La ragazza è stata poi trasportata al centro anti violenze della clinica Mangiagalli e comincerà un percorso di assistenza psicologica.