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La polemica sul caso della 19enne picchiata dall’ex sul bus: “7 minuti per salvarla, 48 ore per liberarlo”

Una 19enne, perseguitata a picchiata dall’ex di 45 anni, è stata salvata su un autobus da alcuni agenti della polizia di Varese. Due giorni dopo l’arresto l’uomo è tornato in libertà. Sui social è scoppiata la polemica contro un sistema che si limita a “esaltare” gesti di routine senza “autocritica”, e che continua a non fare abbastanza per la tutela delle vittime di violenza: “Ci sono voluti 7 minuti per salvarla, ma dopo sole 48 ore era libero”.
A cura di Giulia Ghirardi
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Ci sono voluti 7 minuti e 12 secondi per rintracciare e salvare la 19enne perseguitata e picchiata dall'ex di 45 anni dopo la segnalazione fatta da un amico della vittima. Due giorni per liberare l'uomo che, arrestato in flagranza, dopo appena 48 ore è tornato in libertà. Questo perché il gup di Varese ha deciso per lui la misura del divieto di avvicinamento alla giovane. Una decisione che è stata definita da molti "assurda" e, infatti, in poco tempo, sui social è scoppiata la polemica.

Il salvataggio della 19enne

I fatti risalgono al pomeriggio dello scorso 14 ottobre quando un amico della ragazza, contattato dalla 19enne dopo l'ennesimo episodio di violenza subito dall'ex compagno all'interno della stazione degli autobus di Varese, ha deciso di segnalare l'accaduto alla polizia. Il ragazzo ha raccontato all'operatore della centrale operativa che l'amica era stata picchiata dall'ex fidanzato e che i due erano poi saliti a bordo di un pullman di cui la ragazza non era in grado di riferire la direzione.

L'operatore della sala radio avrebbe quindi rintracciato e chiamato il numero di telefono della giovane. "Pronto, è la polizia. Lui è lì con te? Dimmi solo sì o no". "", ha risposto la ragazza prima di confermare di essere appena stata picchiata dall'ex e di trovarsi a bordo di un pullman.

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Così, in breve tempo gli agenti della polizia di Varese sono riusciti a rintracciare il mezzo pubblico e a bloccarlo nel mezzo di una rotonda. Saliti sul pullman, i poliziotti hanno quindi arrestato il 45enne per atti persecutori, scoprendo che questo era stato precedentemente denunciato per revenge porn proprio nei confronti della giovane, e la ragazza è stata portata in ospedale per tutti gli accertamenti del caso.

Le polemiche sui social

In breve tempo sul caso è scoppiata la polemica. Questo perché, dopo essere stato accompagnato in questura e denunciato per stalking, l'uomo è stato subito rimesso in libertà. Il gip del tribunale di Varese, Alessandro Chionna, ha, infatti, disposto nei suoi confronti il divieto di avvicinamento: non potrà avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla giovane, a cominciare dall'abitazione, e dovrà mantenersi a una distanza di almeno 500 metri da lei, pena il carcere.

Una decisione "assurda" secondo il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, che ha fatto infuriare i social. Molti utenti si sono, infatti, detti perplessi sul fatto che a pochi giorni di distanza dall'ennesimo femminicidio, quello di Pamela Genini, al posto di dedicarsi all'autocritica, di sottovalutazioni e mancata responsabilità, le forze dell'ordine abbiano scelto di celebrare un intervento (che dovrebbe essere di routine) che – di fatto – si è esaurito neanche 48 ore dopo per colpa di un sistema che continua a non fare abbastanza per la tutela delle vittime di violenza.

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