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La Gianetti Ruote annuncia la chiusura dopo lo sblocco: licenziati 152 dipendenti

Sono 152 i dipendenti della Gianetti Ruote che sono stati mandati a casa dopo l’annuncio della chiusura dello stabilimento di Ceriano Laghetto, in provincia di Monza e Brianza. La notizia è arrivata qualche giorno dopo lo sblocco dei licenziamenti: i lavoratori hanno quindi organizzato un presidio fuori dai cancelli della ditta per chiedere di incontrare i vertici e trovare una soluzione.
A cura di Ilaria Quattrone
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I dipendenti in presidio (Fonte: sindacato Uilm su Facebook)
I dipendenti in presidio (Fonte: sindacato Uilm su Facebook)

Sono 152 i dipendenti della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, in provincia di Monza e Brianza, a cui è stato notificato il licenziamento: il motivo è dovuto "alla crisi aggravata dalla pandemia". Ai lavoratori la notizia è stata comunicata tramite e-mail ed è arrivata dopo lo sblocco dei licenziamenti, partito l'1 luglio. L'azienda, leader nella produzione di ruote in acciaio, ha deciso di mettere in ferie tutti gli operai per poi andare in permesso retribuito fino alla chiusura definitiva dello stabilimento che è previsto tra una settantina di giorni.

Il presidio permanente fuori dai cancelli

Appresa la notizia, i dipendenti hanno immediatamente organizzato un presidio permanente fuori dai cancelli della ditta. Con loro i sindacati Fiom Cgil di Monza-Brianza, Uilm e Fim-Cisl: "Siamo in presidio e ci rimarremo. Abbiamo fatto richiesta di un incontro con i titolari – spiega Stefano Bucchioni, referente della Fiom Cgil di Monza – e ci hanno risposto che si rendono disponibili, ma più passa il tempo più la situazione si aggrava". Le prime avvisaglie erano arrivate nel 2020 ed è da allora che il sindacato monitora la situazione aziendale: "Il problema maggiore è dato dal blocco delle attività: meno si lavora – continua il sindacalista – più i clienti andranno via e più si profilerà la chiusura definitiva dello stabilimento".

Chiesto di ricorrere agli ammortizzatori sociali

I sindacati chiedono quindi che vengano rispettati gli accordi previsti dal Governo: nell'intesa raggiunta con le parti sociali, l'Esecutivo invitava le aziende a ricorrere a tutti gli strumenti alternativi prima di ricorrere ai licenziamenti. "Chiederemo – conclude il sindacato – che venga utilizzata la Cassa integrazione o tutti gli ammortizzatori sociali previsti così da consentire all'azienda di rimettersi in moto.

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