La ghiaccioleria storica di Milano: “La città è cambiata ma noi resistiamo, siamo l’ultima fabbrica rimasta qui”

Spritz, cacao, cedro, the verde, orzata. Ma anche kiwi, papaya, gianduia e torroncino. Sono gli oltre 50 gusti dei ghiaccioli che formano il più grande assortimento d'Italia. Si possono trovare da quasi 70 anni nel quartiere di Città Studi a Milano e per la precisione in largo Murani, a due passi dai laboratori del Politecnico di Milano. È la "ghiaccioleria" Kociss, nata nel 1956 dai fratelli Giuseppe e Domenico Samele, emigrati dalla Puglia a Milano a 13 e 16 anni. "Sono arrivati qui dopo aver tentato di far fortuna in America. Dopo gli Stati Uniti per realizzare qualcosa che c'era solo Milano", raccontano a Fanpage.it oggi i figli dei due fratelli, i cugini Antonio e Ivano, che oggi hanno preso in mano l'attività, aiutati dai figli.
"Per raccogliere qualche soldo andavano a prendere i quotidiani de La Notte e li portavano all'alba a Pavia per distribuirli tra le cascine, o vendevano fiori ai semafori. D'estate, invece, lavoravano come stagionali in una gelateria. Lì hanno imparato i segreti del mestiere, e convinto così il padre a vendere i terreni a Cerignola per poter avviare una loro attività a Milano". Una decisione poi rivelatasi vincente, visto che la loro (premiata dall'Ambrogio d'Oro) è una delle poche ancora aperte in una città in continuo mutamento, che più di tutte segue le mode e le ultime tendenze. E addirittura l'unica a mantenere ancora l'intera produzione tra le mura cittadine. Il nome? Nasce in una domenica degli anni Cinquanta, dopo il cinema pomeridiano in centro. L'unico momento di pausa."Kociss l'indiano era il protagonista di uno dei film western che andavano di moda al tempo, lo videro in una pellicola scelsero di ispirarsi a lui perché era un eroe buono, pacifico".

Dietro al bancone e in laboratorio c'è da sempre la stessa famiglia. Oggi sono i cugini Antonio e Ivano, che da decenni utilizzano gli stessi fornitori e gli stessi ingredienti, e di recente hanno aggiunto il bancone dedicato al gelato con latte Milano. "Abbiamo iniziato presto, nei pomeriggi dopo la scuola, per dare una mano alle mamme. Erano le donne ad avere il carico più pesante sulla schiena: oltre ad aiutare i mariti nell'attività con i lavori manuali avevano un'intera casa da mandare avanti e i figli da crescere". Lavoro, lavoro, lavoro. Questo il ritmo delle giornate della famiglia Samele.
"Ma a Milano chi aveva voglia di lavorare, alla fine, veniva sempre premiato. E il risultato c'è, ancora oggi". Anche se la città, in 70 anni, è profondamente cambiata. "Sono spariti i negozi di prossimità, le latterie e gli alimentari di quartiere dove storicamente vendevamo i ghiaccioli, così come le altre ghiacciolerie e gelaterie. In zona siamo rimasti solo noi, qui intorno niente è più come prima". Al loro posto sono arrivate le grandi catene di supermercati, che occupano ogni spazio possibile con prodotti di tutti i generi a prezzi più che competitivi rispetto alla bottega. L'Esselunga, in largo Murani, è proprio dall'altra parte della strada. Il Carrefour, alla fine della strada.

Come sostenere quindi la grande sfida della globalizzazione, che fa piazza pulita dei negozi storici e spinge anche le piccole fabbriche a esternalizzare la produzione all'estero? "Con la bontà del prodotto e con la riconoscibilità. Ancora oggi abbiamo come clienti i ragazzini che mangiavano i nostri ghiaccioli al centro estivo dell'oratorio, qui a Milano, e portano adesso i figli in negozio dopo scuola. I bambini non li freghi: tra un ghiacciolo industriale e uno artigianale sanno riconoscere qual è il più buono". Soprattutto visto il prezzo: in media 70 centesimi a confezione, rigorosamente avvolta nella carta. "È un atto d’amore. I ghiaccioli non devono essere un lusso per le famiglie". Ma una coccola che, da 70 anni, ha il gusto dell'estate a Milano.