“Israeliani sionisti non sono benvenuti qui”: è polemica per un cartello di un negozio di Milano

Una merceria in zona Moscova a Milano ha affisso un cartello con la scritta in ebraico: ‘Gli israeliani sionisti non sono benvenuti qui’. Accusato di antisemitismo, il titolare ha risposto che si riferisce “agli israeliani sionisti, non agli ebrei. Parlo della Striscia di Gaza e dei poveri civili palestinesi”.
A cura di Enrico Spaccini
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Il cartello affisso sulla porta di una merceria in zona Moscova a Milano
Il cartello affisso sulla porta di una merceria in zona Moscova a Milano

Un cartello scritto in ebraico è apparso nella giornata di ieri, mercoledì 21 maggio, sulla vetrina di una merceria in zona Moscova, nel pieno centro di Milano. La frase è stata tradotta è recitava: ‘Gli israeliani sionisti non sono benvenuti qui‘. Diffusa sui social, in poche ore ha scatenato una polemica che ha portato il titolare del negozio, accusato da alcuni di antisemitismo, a rimuovere il cartello già nelle prime ore di oggi, giovedì 22 maggio: "È stata data un’interpretazione sbagliata alla frase", ha commentato, "noi non siamo antisemiti e nemmeno razzisti. Non vogliamo essere manipolati".

Da giorni sulla vetrina della merceria di via Statuto sono affissi diversi cartelli, soprattutto di solidarietà verso il popolo palestinese. "La scritta ‘Stop the war’ avrei potuta metterla anche io", ha commentato Roberto Della Rocca, il membro della Camera di commercio israelo-italiana che ha sollevato il caso con un post su Facebook, "ma così siamo di fronte alla solita insalata dovuta a malafede di matrice antisemita".

La frase a cui fa riferimento Della Rocca è quella apparsa il 21 maggio. Scritta in ebraico, è stata tradotta e recita: ‘Gli israeliani sionisti non sono benvenuti qui‘. Per questo, il titolare della merceria è stato accusato da alcuni di antisemitismo. "Sono sionista ma non ho ucciso bambini e non abito in una colonia", ha continuato Della Rocca, "potrei mettere anch’io un cartello simile contro gli italiani all’ingresso del mio palazzo: ma tutti gli italiani sono razzisti e fascisti? No".

"È stata data un’interpretazione sbagliata alla frase", ha dichiarato il titolare del negozio al Corriere della Sera: "La traduzione della frase ormai è ovunque: è agli israeliani sionisti che mi riferisco, non agli ebrei". A chi lo ha accusato di antisemitismo e ha accostato l'episodio a quanto accadeva quasi un secolo fa con le leggi razziali emanate dal regime fascista, ha risposto: "Non vado a rivangare nel passato come mi hanno accusato di fare, parlo della scena attuale in Medioriente. Parlo della Striscia di Gaza e dei poveri civili palestinesi".

Ad Ansa il titolare ha detto di aver tolto il cartello "per nostra sicurezza. l'hanno buttata sulla religione ma noi non parliamo di questo". Per quanto riguarda la clientela, ha aggiunto: "Non è vero che gli ebrei non sono ben voluti qui. Noi siamo contro il massacro, contro questa strage, per la pace".

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