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Oltre 300 lombardi bloccati in Pronto soccorso per l’influenza: “Il picco durerà ancora fino al 6 gennaio”

“Nell’ultima settimana più di 150 mila lombardi sono stati colpiti da sindrome influenzale e purtroppo, in questo periodo di festività, i numeri sono destinati a salire fino al 6 gennaio”, ha detto l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso.
A cura di Francesca Del Boca
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Immagine di repertorio
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Come previsto, è arrivato il picco di casi di influenza e Covid in Lombardia. "Nell’ultima settimana più di 150 mila lombardi sono stati colpiti da sindrome influenzale e purtroppo, in questo periodo di festività, i numeri sono destinati a salire fino al 6 gennaio", sono le parole dell’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso. Del resto, secondo il bollettino Influnews, la stima è di 208mila cittadini a letto con febbre e raffreddore.

Una situazione emergenziale che, ancora una volta, mette a durissima prova gli ospedali del sistema sanitario regionale. E così, per dare un posto ai circa 300 pazienti bloccati in barella nei 99 Pronto soccorso lombardi, la Regione ha deciso di bloccare tutti i ricoveri programmati nei reparti di riabilitazione, in strutture come il Pio Albergo Trivulzio o il Golgi Redaelli, per quanto riguarda i pazienti che sono già a casa e dovevano essere ricoverati per fare terapia di riabilitazione. In quei letti saranno così trasferiti i malati che attualmente affollano il reparti di Medicina, per far sì che negli ospedali a loro volta si liberino dei posti che possano accogliere i pazienti, soprattutto anziani, che in questi giorni affollano i Pronto soccorso con patologie respiratorie.

"Si tratta di circa settemila posti letto che potranno essere dedicati a tutti quei pazienti ricoverati nei reparti di Medicina degli ospedali che non necessitano più di cure ospedaliere, ma che non possono ancora rientrare a casa, proprio perché hanno bisogno di riabilitazione", ha detto sempre Guido Bertolaso. "Liberando i letti in ospedale potremmo quindi velocizzare il ricovero in reparto dei pazienti che arrivano in pronto soccorso e limitare le lunghe attese".

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