Inchiesta sull’urbanistica a Milano

Inchiesta Urbanistica a Milano, l’assessore Tancredi si dimette: la stretta di mano con Sala dopo l’annuncio

L’annuncio dell’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano Giancarlo Tancredi oggi in Consiglio comunale: “È un’esperienza che chiudo in modo infelice, ma la mia coscienza è pulita”.
A cura di Francesca Del Boca
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"Ho rassegnato in data odierna le mie dimissioni dalla carica di assessore alla Rigenerazione Urbana", ha fatto sapere oggi lunedì 21 luglio in Consiglio comunale a Palazzo Marino Giancarlo Tancredi, indagato dalla Procura di Milano (che per lui ha chiesto gli arresti domiciliari) nell'ultima tranche dell'inchiesta sull'urbanistica. "Sono amareggiato per questa inchiesta e per il lavoro che non riuscirò a portare a termine. Giungo a questa decisione, profondamente sofferta, perché ritengo sia la migliore". 

Tancredi, poi, ha puntato il dito contro la maggioranza a cui fino a poco tempo fa apparteneva. "Sono state chieste le mie dimissioni senza neanche approfondire la questione. Non ho una tessera di partito, ma non mi aspettavo questo trattamento. Meglio scaricare un capro espiatorio ed eliminare l'assessore caduto in disgrazia che valutare tutto nel complesso. È un’esperienza che chiudo in modo infelice, ma la mia coscienza è pulita”. 

Secondo la Procura, Tancredi avrebbe di fatto favorito alcune autorizzazioni facendo da mediatore tra l'amministrazione comunale e il mondo imprenditoriale milanese. Dopo l'addio dell'assessore, applaudito dalla maggioranza in aula e salutato da Beppe Sala con una stretta di mano, adesso, sarà necessariamente rimpasto di giunta: l'ipotesi più probabile, al momento, è quella di trasferire la delega alla Rigenerazione Urbana al neo assessore alla Casa Fabio Bottero (nominato dopo le dimissioni di Guido Bardelli, che ha lasciato l'incarico dopo che alcune sue chat private erano state diffuse nella precedente tranche della maxi inchiesta portata avanti dai pm Petruzzella, Clerici e Filippini). O, vista la situazione, di rimettere l'incarico a un tecnico esterno alla giunta, almeno fino all'appuntamento delle Olimpiadi del 2026.

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