Inchiesta urbanistica a Milano, indagati il sindaco Sala e l’assessore Tancredi: le reazioni della politica

Lo chiamano già il terremoto di Milano. È l'inchiesta della Procura destinata a far tremare (se non crollare) la politica e l'imprenditoria milanese, ora più che mai dopo la richiesta di arresti domiciliari per l'assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi e l'iscrizione sul registro degli indagati anche per il sindaco Beppe Sala: al centro delle indagini dei pm, l'intreccio tra dirigenti pubblici, esponenti delle commissioni comunali, politici e costruttori per portare avanti gli interessi privati di questi ultimi e costruire, costruire e ancora costruire. Il più delle volte edifici con volumetrie e altezze non a norma di legge, grattacieli e intere aree da "riqualificare".
Tra le reazioni politiche che si sono susseguite davanti alla richiesta della Procura di Milano, anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato la sua posizione: "La mia posizione è quella che ho sempre su questi casi, penso che la magistratura debba fare il suo corso, e per quello che riguarda il sindaco, io non sono mai stata convinta che un avviso di garanzia porti l'automatismo delle dimissioni". La premier ha anche aggiunto: "È una scelta che il sindaco deve fare sulla base della sua capacità, in questo scenario di governare al meglio. Non cambio posizione in base al colore politico degli indagati".
Carlo Nordio: "Senza la mia riforma queste persone sarebbero già in carcere"
"Non posso esprimermi sul merito, ma posso dire una cosa: per queste persone, almeno per alcune di queste, è stato chiesto l'arresto, cioè la carcerazione o i domiciliari", ha dichiarato il ministro della Giustizia Carlo Nordio: "Prima della riforma voluta da me, queste persone in questo momento sarebbero in carcere e successivamente sarebbero state interrogate. Con la nostra riforma, invece, abbiamo invertito i ruoli proprio per enfatizzare la presunzione di innocenza", ha dichiarato di recente il Guardasigilli.
La Russa: "Salva Milano? Era il Salva Giunta Sala"
"Sono stato il primo per partire, l'unico a dire che non si poteva parlare di Salva Milano ma di Salva Giunta Sala, perché non è giusto adesso scaricare tutto sul sindaco", è invece il parere di Ignazio La Russa. "Dopo questa mia definizione il provvedimento che silenziosamente stava passando al Senato, dopo che alla Camera forse non l'avevano capito, fu bloccato. Non sono contento che ci sia bisogno dell'intervento della magistratura. Sarei stato più contento se la politica autonomamente avesse capito che quel percorso era sbagliato. Dimissioni di Sala? Non tocca a me dirlo. Non chiedo mai le dimissioni quando c'è un provvedimento giudiziario. Ma ritengo che la giunta Sala abbia dimostrato che è inadeguata a Milano. Milano ha bisogno di una guida che non sia quella che adesso mette insieme verdi, non verdi, affaristi, non affaristi, politici per bene e politici con qualche ombra. Mi auguro che quando si voterà questo sia chiaro".
Le reazioni della politica all'inchiesta sull'urbanistica a Milano
Tra i commenti, naturalmente, non poteva mancare quello di Giuseppe Conte (M5S). "Quando si tratta di legalità non vogliamo mai la testa dall'altra parte e non guardiamo in faccia a nessuno. Non si può assolutamente creare la logica dei due pesi, delle doppie misure. Noi a Milano abbiamo detto quello che correva sulla bocca di tutti: che sui progetti sull'edilizia c'era opacità, una situazione torbida che adesso sta venendo fuori. Nessuno si deve sorprendere".
Seguito a ruota da Angelo Bonelli, deputato Avs e co-portavoce di Europa Verde. "Non eravamo contrari al decreto Salva Milano per motivi ideologici, e lo stesso vale per il nuovo stadio, ma riteniamo che Milano abbia l'urgenza di cambiare le proprie politiche urbanistiche", ha fatto sapere. "Queste devono essere indirizzate verso lo stop al consumo di suolo, il recupero del patrimonio edilizio delle periferie puntando alla loro riqualificazione sociale, l'efficientamento energetico e il potenziamento delle aree verdi. Per questo è necessario lavorare per dotare Milano di un nuovo Piano di Governo del Territorio che contenga questi elementi: un piano urbanistico ambientalmente e socialmente sostenibile. Per questo chiediamo che vengano fermati i progetti di rigenerazione urbana come quelli riguardanti San Siro e Piazzale Loreto. La magistratura faccia chiarezza, ma la politica faccia la sua parte".