Inchiesta sulle curve di San Siro, Mauro Russo a processo con altri indagati per le estorsioni sui parcheggi

Il gip di Milano Domenico Santoro ha disposto il processo con rito immediato (un procedimento che si svolge saltando l'udienza preliminare e andando direttamente al dibattimento) per Mauro Russo e altri cinque indagati, tutti arrestati lo scorso 5 maggio in un filone d'inchiesta sulle curve di San Siro. Russo, ex ultrà interista della curva Nord ed ex socio di un marchio di moda insieme a Paolo Maldini e Bobo Vieri (estranei all'inchiesta), era finito ai domiciliari perché accusato di essere un presunto intermediario nell'estorsione legata ai parcheggi attorno allo stadio, ai danni dell'imprenditore Gherardo Zaccagni.
Secondo i pm, Russo avrebbe usato "minacce" e la forza della "paura e dell'intimidazione" derivante dalla fama del tifo organizzato nerazzurro per ottenere da Zaccagni 4mila euro al mese, tra il 2018 e il 2020, per conto dei capi Andrea Beretta (arrestato lo scorso 30 settembre e ora collaboratore di giustizia) e Vittorio Boiocchi (ucciso il 19 ottobre 2022).
In questo nuovo filone di indagine della Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) della Procura di Milano, diretta da Marcello Viola, condotta dalla Squadra mobile della Polizia e dalla Guardia di Finanza, erano state arrestate in totale sette persone con le accuse di usura, estorsioni e false fatture. I pm Paolo Storari, Sara Ombra e Leonardo Lesti hanno chiesto il rinvio a giudizio per sei di loro. Il processo inizierà il 20 novembre ma gli imputati, nel frattempo, potrebbero anche decidere di chiedere il rito abbreviato (un procedimento speciale che consente agli imputati di velocizzare le procedure evitando il dibattimento e ottenendo in cambio uno sconto di pena in caso di condanna).
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, attorno alla gestione dei parcheggi dello stadio di San Siro sarebbe esistito un giro di estorsioni, il pagamento di un pizzo per "garantire una sorta di tranquillità ambientale" ed evitare che le auto andassero "a fuoco". A questo si sarebbero aggiunti anche "prestiti di natura usuraia" e il tentativo di "estromettere" dalla gestione della sua società di merchandising Andrea Beretta, ormai ex leader della Nord e collaboratore di giustizia. Dopo aver rischiato di essere ucciso, Beretta ha poi ammazzato, nel settembre 2024, Antonio Bellocco, rampollo dell'omonima cosca e interno al direttivo della curva. Agli atti c'è anche il racconto di un imprenditore comasco del settore televisivo, che avrebbe ricevuto un prestito da quasi 400mila euro con tassi di usura fino all'800%.
Tra i presunti strozzini ci sarebbe stato proprio Antonio Bellocco insieme ad alcuni suoi uomini. A processo con rito immediato, oltre a Russo, vanno Francesco Intagliata, ultrà interista già arrestato nel maxi blitz di settembre, Filippo Monardo, Carmelo Montalto, Davide Scarfone e Domenico Sità. Dopo l'arresto Russo, difeso dall'avvocato Danilo Buongiorno, aveva detto al giudice di essere solo un consulente e di non aver commesso nessuna estorsione.