Inchiesta curve San Siro, condannati anche l’ex bodyguard di Fedez e il fratello di Lucci

Nella giornata di oggi, giovedì 19 giugno 2025, sono arrivate altre condanne per gli ex capi ultrà finiti al centro delle indagini sugli affari delle curve dello stadio San Siro a Milano, eseguite dalla polizia e dalla Guardia di Finanza, perché accusati di associazione per delinquere.
Tra gli imputati del processo di oggi, con rito abbreviato, c'erano: Christian Rosiello, ultrà milanista ed ex bodyguard di Fedez (che non è mai stato indagato in questa indagine), Francesco Lucci, fratello di Luca, ex leader della Curva Sud rossonera e Riccardo Bonissi. Tutti erano accusati di associazione per delinquere aggravata finalizzata a commettere diversi reati, tra cui estorsioni e pestaggi.
Tra gli episodi contestati, c'era anche il pestaggio al personal trainer dei vip Cristiano Iovino e l'aggressione di un giovane avvenuta nel maggio 2024 fuori da un ristorante di via Capecelatro.
La sesta penale del tribunale di Milano ha deciso di condannare Rosiello a quattro anni e venti giorni di reclusione, Francesco Lucci a cinque anni e sei mesi di reclusione e Riccardo Bonissi a tre anni e otto mesi di reclusione. Solo due giorni fa, sono stati condannati anche altri ex capi ultrà.
Tra questi c'è l'ex leader della Curva Nord interista, Andrea Beretta, che è stato condannato a dieci anni di reclusione, Luca Lucci, che è stato condannato anche lui a dieci anni di carcere. Il verdetto concede leggeri sconti rispetto alla richiesta del pubblico ministero Paolo Storari, che non si era nemmeno opposto al cambio in corso del rito del procedimento che da ordinario, come detto, è passato ad abbreviato.
“Seconda sentenza che conferma da un lato l’esistenza dell’associazione per delinquere e conferma che Milan è stata parte lesa e danneggiata da queste condotte e che quindi il tifo violento e che commette dei reati, è qualcosa che porta dei danni alla società. Questo è il principio che volevamo che passasse. È stata riconosciuta una provvisionale di 40mila euro che sommata a quello dell’altro processo è 90mila, che è vicina ai 100mila euro che avevamo chiesto. È stato giusto dividere in due perché l’associazione è una e non sarebbe stato giusto ottenere il massimo da entrambe le parti”, ha detto Enrico De Castiglione, legale del Milan.
“Io penso che sia infondata. Le sentenze sarebbe meglio leggerle prime di commentarle. In ogni caso la mia impostazione rimane quella e cioè che l’associazione non ci può essere per tutta una serie di ragioni che ho ribadito nelle repliche e cioè che manca un programma associativo volto a commettere delitti, ma proprio in maniera nitida, e gli episodi che ha indicati il pm come episodi di violenza dimostrano ulteriormente che quando c’è stata una violenza non era una violenza preventivata, oggetto dello stesso programma criminosa e non voluta dai capi. A mio avviso, le condanne più infondate sono quelle di Luca e Francesco Lucci, sono infondate le altre a maggior ragione quelle. Dobbiamo leggere le sentenze, non ha senso commentare le sentenze se non ci sono. È un dispositivo di primo grado. Vediamo quando usciranno tra 90 giorni le motivazioni. Ricorreremo in Appello”, ha detto l’avvocato degli ultras del Milan, Jacopo Cappetta.