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In Lombardia boom di ricoveri nelle terapie intensive pediatriche: bimbi trasferiti fuori regione

Aumentano i ricoveri nelle terapie intensive pediatriche lombarde: il problema sono tutti i virus che causano problemi respiratori e in particolare il virus respiratorio sinciziale.
A cura di Ilaria Quattrone
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In Lombardia i reparti e le terapie intensive pediatriche sono in estrema difficoltà. Sono infatti aumentati i ricoveri, ma non per Covid-19: "Le pediatrie – spiega Gian Vincenzo Zuccotti, Direttore di pediatria e pronto soccorso pediatrico dell'Asst Fatebenefratelli Sacco – devono farsi carico in reparto anche di bambini complessi ai quali bisogna somministrare ossigeno ad alte concentrazioni. Il preside della facoltà di Medicina dell'Università State di Milano spiega all'agenzia Adnkronos Salute che questa problematica non riguarda solo Milano, ma tutta la Lombardia: "Da Vimercate si trasferisce a Lecco, che a sua volta trasferisce a Pavia".

A influire il ritorno negli asili e nelle scuole materne

Secondo il professore sono stati anticipati i tempi per quello che riguarda le bronchioliti, ma c'è stato anche un aumento di casi relativi a tutti i virus che provocano problemi respiratori: virus parainfluenzali, metapneumovirus, enterovirus e soprattutto il virus respiratorio sinciziale. "Sicuramente ha inciso il fatto che ormai la vita di comunità di asili nido e scuole materne – continua il medico – è ripartita in maniera totale e questo ha favorito un'ampia diffusione". L'aumento dei ricoveri ha costretto molte strutture lombarde a chiedere dei trasferimenti fuori regione. Il problema è dato soprattutto dal fatto che per i bambini ci vogliono attrezzature e competenze adeguate. Gli strumenti che vengono utilizzati per gli adulti "Non possono andare bene per un lattante di cinque o sei chili".

Mancano i posti in Pediatria

L'ospedale Buzzi, di cui Zuccotti è primario, ieri ha organizzato un trasferimento fuori regione: "Adesso è stata trovata disponibilità in Piemonte". I continui trasferimenti da una città all'altra e poi da una regione all'altra, crea non pochi disagi alle famiglie. Il primario sottolinea che per quanto il virus respiratorio sinciziale sia prevalente, non è l'unico patogeno: "Ci sono virus che danno tutti tutti coinvolgimento respiratorio e gran parte dei ricoverati ha bisogno di essere aiutato con l'ossigeno". Diversi sono i bambini intubati e per i quali il casco non è sufficiente. Il problema fondamentale, anche in questo caso, è che mancano i posti letto per questa categoria: "Bisognerebbe investire un po' di più", spiega ancora Zuccotti. Secondo il primario bisognerà stringere i denti per qualche settimana e poi cercare di capire come gestire il virus influenzale: "Ancora non è comparsa l'influenza – conclude – dovremo capire anche come si presenta quest'anno".

De Giacomo: Pressione maggiore rispetto agli anni precedenti

All'ospedale Niguarda di Milano, il Direttore del dipartimento materno infantile Costantino De Giacomo ha spiegato a Fanpage.it che anche nel loro reparto e in terapia intensiva segnalano una pressione maggiore rispetto agli anni precedenti: "Noi siamo stati più fortunati e non abbiamo dovuto trasferire alcun paziente. Nonostante questo siamo però pieni in questo momento. Stanotte, per esempio, abbiamo avuto altri due ricoveri".

Banderali: Quest'anno comparsa più precoce di questi virus

Anche il dottor Giuseppe Banderali, Direttore della Neonatologia e Patologia Neonatale dell'Asst Santi Paolo e Carlo specifica a Fanpage.it che anche nel loro caso, da più di un mese, si sono registrati ricoveri per patologie respiratorie specie nei bimbi più piccoli: "Tra quelli abbiamo avuto molti casi di virus respiratorio sinciziale. Questa patologie è sempre stata molto frequente, soprattutto nei mesi invernali (da novembre a marzo)". Anche il Direttore specifica che l'unico anno in cui si sono avuti pochissimi casi è stato l'anno scorso, ma questo è dovuto ai pochissimi contatti che i bambini hanno avuto con la comunità: "Quest'anno c'è stata un'epidemia di casi di Rsv. Non possiamo ancora dire se i dati saranno peggiori rispetto agli anni precedenti, ma è certo che c'è stata una comparsa più precoce di questi virus". In Italia già a settembre infatti si sono registrati alcuni casi in Sicilia, in un periodo in cui il virus si è sempre visto molto poco rispetto agli anni precedenti.

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