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Il Teatro alla Scala dimentica che il 2024 è bisestile: non ha maschere per lo spettacolo del 29 febbraio

Il teatro lirico di Milano rischiava di restare senza maschere per la replica di giovedì 29 febbraio, perché la direzione avrebbe dimenticato che l’anno è bisestile.
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Foto da LaPresse
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La direzione del Teatro alla Scala avrebbe dimenticato che il 2024 è un anno bisestile, come accade ogni 4 anni. E quindi per lo spettacolo di domani, giovedì 29 febbraio, non avrebbe disponibilità di maschere che possano accompagnare il pubblico in sala, indicargli il posto e assisterlo durante tutta la serata. A denunciarlo sono i sindacati, che già da molto tempo lamentano la carenza di personale, insieme a una serie di altri problemi organizzativi che riguardano anche il coro. La direzione ammette il problema, ma specifica anche di aver trovato una parziale soluzione per garantire il normale svolgimento dell'attività.

La replica del 29 febbraio

Le maschere del Teatro alla Scala, il più importante per la lirica in Italia, sono soprattutto studenti universitari che arrotondano con un lavoro saltuario. Ma da molto tempo, secondo quanto riporta il quotidiano La Repubblica, i sindacati lamentano che sono troppi pochi i contratti che sono stati attivati per garantire una corretta turnazione del personale. Si tratta, infatti, di 89 persone, ma a ogni replica sono necessarie almeno 50 persone, che salgono a 72 se lo spettacolo è particolarmente lungo.

Quest'anno, però, che come tutti gli anni bisestili ha un giorno in più, era necessario prevedere una turnazione diversa per il mese di febbraio, visto che il ‘Die Entführung aus dem Serail' di Wolfgang Amadeus Mozart andrà in scena anche il 29 febbraio. E, invece, la direzione sembra essersene dimenticata, salvo poi trovare una soluzione all'ultimo minuto per evitare di dover annullare la replica, per cui molti avevano già acquistato il biglietto.

La carenza di maschere alla Scala

Tuttavia il problema verificatosi per la replica del 29 febbraio sarebbe la punta dell'Iceberg di una questione più ampia che i sindacati denunciano da molto tempo. Il segretario della Slc Cgil Paolo Puglisi, ha anche proposto una soluzione: "Contratti a termine rinnovati di anno in anno a studenti universitari in linea con il piano di studi, magari con un tetto Isee familiare, con un obbligo di risposta alla chiamata non inferiore al 70 per cento fino alla fine del ciclo di studi: 3/5 anni".

Ma i problemi sindacati con la direzione del teatro lirico milanese riguardano anche anche altri professionisti. Due giorni fa il coro ha proclamato lo stato di agitazione, "senza blocco delle prestazioni", perché "l’impegno richiesto sembra al limite della sostenibilità, poiché un'attività così serrata di titoli importanti e la loro successione cronologica avrebbe rischiato di compromettere molti aspetti della vita lavorativa di ogni artista".

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