Il panificio di Milano che fa pagare 20 centesimi per tagliare il pane: “Per noi è giusto, continueremo a farlo”

Un costo extra di 20 centesimi sullo scontrino per farsi tagliare pane, pizza, focaccia. È il sovrapprezzo applicato all'interno del Panificio Sgroi in via Giovanni Pier Luigi da Palestrina a Milano, zona NoLo, annunciato a chiare lettere con un cartello proprio vicino alla cassa. E il caso, segnalato dalla pagina Instagram Nolomilano, fa subito il giro dei social e scoppiare la polemica online. "Ma noi continueremo ad applicare la maggiorazione", spiegano dalla panetteria, raggiunti da Fanpage.it. "Quel cartello c'è perché qui tagliamo il pane con la macchina, è un servizio in più che forniamo al cliente e che non tutti garantiscono. Inoltre, i macchinari costano".
In realtà, va detto, la versione del cliente che per primo ha scatenato la discussione era un po' diversa. "Ben 20 centesimi in panetteria per tagliare un pezzo di focaccia in due con il coltello? Siamo alla follia", era stato infatti il commento diffuso dagli amministratori della pagina Instagram dedicata ai residenti del quartiere Nolo, nei dintorni di piazzale Loreto, che avevano pubblicato la foto dello scontrino con il prezzo finale di 3,63 euro (3,43 per il singolo prodotto di panificazione più il sovrapprezzo di 20 centesimi per ricevere la focaccia già tagliata). "Posso capire un pane tagliato a fette con la macchina, ma una focaccia… 20 centesimi a voi, ma da oggi anche un cliente in meno”.
Non è certo il primo episodio di scontrini discutibili e maggiorazioni “anomale” che finiscono online e scatenano una valanga di commenti negativi. Negli ultimi anni, in Italia si sono infatti moltiplicati i casi di clienti che hanno denunciato costi extra per richieste nella norma, e non certo dei capricci.
Il più recente? Quello segnalato sempre sui social dalla nuotatrice Elena Di Liddo, che in Puglia si è ritrovata 1,50 euro extra sullo scontrino della trattoria solo per aver chiesto di togliere i pomodorini dalla pizza. Ma al centro delle polemiche, negli anni, si sono trovati anche il bar di Como che ha fatto pagare ai clienti 2 euro in più per dividere il toast a metà, così come la gelateria di Trento che ha applicato un supplemento per un cucchiaino di gelato in più e l'osteria di Finale Ligure che ha segnato 2 euro in più sul conto per portare un piattino da condivisione a tavola. Si tratta del corretto riconoscimento per il lavoro extra di chi lavora nella ristorazione o, come tantissimi credono, il segnale di una deriva preoccupante, che scarica i costi sul cliente?