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Il padre di Niccolò Guarino, morto a 30 anni in montagna: “Voglio trovare chi ha provato a salvargli la vita”

Il papà di Niccolò Guarino, il ragazzo bresciano di 30 anni morto sulla ferrata Crench, vuole rintracciare l’uomo che ha chiamato i soccorsi per suo figlio: “Lo voglio ringraziare e chiedere se ha visto com’è caduto”.
A cura di Matilde Peretto
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Il padre di Niccolò Guarino vuole rintracciare l'escursionista che ha chiamato i soccorsi per suo figlio. Il ragazzo bresciano di 30 anni è morto l'8 aprile scorso in seguito a una caduta mentre percorreva la ferrata Crench sul lago d'Idro. Per lui non c'è stato nulla da fare, le ferite riportate erano troppo gravi, ma l'arrivo dei soccorsi per mano di uno sconosciuto ha permesso a Niccolò di esaudire un suo ultimo desiderio: la donazione degli organi.

Il padre di Niccolò Guarino: alla ricerca dell'uomo che ha chiamato i soccorsi per suo figlio

Il padre di Niccolò Guarino vuole rintracciare la persona che ha chiamato i soccorsi per suo figlio, morto il 7 aprile scorso. "Lancio un appello", ha detto al quotidiano Il Giorno. Sembra che lo sconosciuto abbia visto Niccolò cadere e si sia recato vicino all'elisoccorso già presente sul luogo. Il mezzo si trovava lì per salvare una donna che si era fratturata la caviglia e non sapeva niente di quello che era successo a Guarino.

"Proprio grazie all’intervento di questo escursionista i soccorritori sono andati a prendere Niccolò e l’hanno portato in ospedale, dove però non sono riusciti a salvarlo perché le sue ferite erano troppo gravi", spiega il padre del ragazzo che è il comandante dei carabinieri di Soresina. Grazie a lui, però, gli organi di Niccolò sono stati donati come voleva lui. "Io vorrei parlare con questa persona per ringraziarla e per sapere se ha visto perché Niccolò è caduto".

Cos'è successo a Niccolò Guarino, il 30enne morto sulla ferrata Crench dopo una caduta

L'incidente di Niccolò Guarino è stato fatale. Il giovane 30enne originario di Brescia è precipitato in un canalone mentre percorreva una ferrata, la Crench, posizionata a quota 660 metri. In realtà, stando alle ricostruzioni, sembra che il ragazzo non avesse ancora cominciato la scalata, ma che sia caduto mentre si stava preparando. Le ferite riportate erano gravissime e le sue condizioni disperate. Il ragazzo è morto il giorno successivo in ospedale.

Era un escursionista molto bravo e quel giorno si stava arrampicando in solitaria. "Non aveva ancora cominciato la scalata e risulta strano che un alpinista esperto come lui sia stato vittima di una distrazione fatale", spiega ancora il padre della vittima. Il problema è che nessuno l'ha visto cadere. Forse solo l'uomo che ha avvisato i soccorritori. Per questo il papà di Guarino lo vuole trovare, sia per ringraziarlo sia per ottenere le risposte che cerca.

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