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Dice di sentire “le voci” e uccide un 33enne con un coltello, ma per la Procura è omicidio premeditato

Il prossimo 11 ottobre inizierà il processo a carico di Petrit Gega. Il 53enne è accusato di omicidio volontario premeditato per aver ucciso un 33enne a Calcinato (Brescia).
A cura di Enrico Spaccini
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Dovrà affrontare un processo per omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione Petrit Gega, l'uomo che il 31 maggio del 2023 ha accoltellato a Calcinato (in provincia di Brescia) Alfons Kola, morto il giorno seguente. I carabinieri hanno arrestato il 53enne il giorno seguente, il quale davanti al gip durante l'interrogatorio di convalida del fermo ha detto di aver agito perché sentiva "le voci" e perché aveva davanti a sé "il diavolo". Secondo la Procura, invece, Gega ha agito perché mosso da una rivalità con la famiglia della vittima 33enne iniziata anni prima. La prima udienza si terrà il prossimo 11 ottobre e Gega rischia l'ergastolo.

L'omicidio di Alfons Kola

Il 31 maggio dell'anno scorso Alfons Kola si era diretto, come era solito fare dopo l'orario di lavoro, al bar Papagal nella frazione di Calcinatello per un aperitivo con gli amici. Quando stava per andarsene, intorno alle 18, ha incontrato Gega. Il 53enne non frequentava quel locale e, secondo il pm Francesco Carlo Milanesi, quel giorno si era diretto là, armato di coltello, con l'intenzione di uccidere il 33enne.

Kola è stato colpito da Gega più volte, di fronte a numerosi testimoni. Il 53enne, poi, si è allontanato dal luogo del delitto abbandonando là l'arma usata e il suo cellulare. Nonostante l'intervento dei soccorsi, il 33enne è deceduto il giorno seguente in ospedale. Gega, invece, è stato rintracciato e fermato dai carabinieri nella sua abitazione di Lonato del Garda.

Le accuse contro Petrit Gega

Davanti al giudice per le indagini preliminari, durante l'interrogatorio di convalida del fermo, Gega ha sostenuto di aver sentito "le voci" e di aver ucciso perché davanti a sé c'era "il diavolo". Ai carabinieri aveva anche chiesto di poter incontrare un esorcista. Il 53enne è stato sottoposto a una perizia psichiatrica. Gli esami hanno accertato la sua pericolosità sociale, ma lo hanno anche ritenuto in grado di stare a giudizio anche se al momento dei fatti la sua capacità di intendere e di volere risultava "gravemente scemata".

Il movente dell'omicidio non è mai stato individuato. Dopo il delitto, i carabinieri avevano ricevuto diverse telefonate anonime che ipotizzavano una faida familiare tra i due risalente per presunti debiti di droga. Questa pista, però, non ha mai trovati riscontri. È stato, invece, confermato che tra Gega e Kola ci sono stati diverbi già dai tempi in cui entrambi vivevano ancora in Albania. Il 53enne il prossimo 11 ottobre dovrà comparire davanti alla Corte d'Assis e rispondere di omicidio volontario. L'aggravante della premeditazione potrebbe costargli l'ergastolo.

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