Il Cimitero Monumentale di Milano, tra storia, arte e mistero: come funziona davvero il restyling delle tombe

C’è chi lo chiama il museo a cielo aperto di Milano, e chi, invece, lo considera un secolare album di famiglia scolpito nel marmo. E, in effetti, il Cimitero Monumentale è entrambe le cose: un luogo d’arte e di memoria dove, accanto ai grandi nomi di chi ha fatto la storia della città, riposano all'incirca 250.000 persone. Per questo, la vera impresa è tenere tutto in ordine: tombe, cappelle, mosaici e porticati. Ma per farlo, come in ogni grande famiglia, tutti devono fare la propria parte.
Come funziona il restauro del cimitero Monumentale
Oggi il Monumentale è in pieno restyling. Il Comune di Milano ha, infatti, messo mano al portafoglio e stanziato oltre 2 milioni di euro per restauri, interventi strutturali e la manutenzione generale del cimitero milanese. Un investimento importante che, però, riguarda soltanto le parti comuni: gallerie, porticati, il Famedio e le aree di passaggio. Insomma, detto in altre parole: il condominio, ma non gli appartamenti di chi "alloggia" al Monumentale.

Questo perché le tombe sono costruite da privati, ma si trovano su un terreno in concessione comunale, così come accade agli ombrelloni negli stabilimenti balneari. Il suolo è del Comune, ma il concessionario ha il diritto di piantarci sopra il proprio "ombrellone di marmo". A occuparsi del restauro devono quindi essere i concessionari, ovvero gli eredi di chi ha ottenuto in passato la concessione di quella porzione di terreno. E qui sorgono i problemi. Molte tombe, specie quelle più antiche, sono infatti in stato di abbandono o di degrado, ma il Comune non può intervenire proprio a causa della concessione: non gli compete e, per legge, non può appropriarsi di una tomba solo perché viene trascurata. Prima deve accertarsi che non esistano eredi fino a sei gradi di parentela o accertarsi che non sia scaduto il termine della concessione stessa.

Solo se davvero non c’è più nessuno o il tempo è scaduto, la tomba torna al Comune, che può rimetterla all’asta. Nel tempo, alcune aste hanno raggiunto cifre a sei zeri, ma si tratta di casi rari: si interviene solo per monumenti di particolare valore artistico o storico. E chi vince l’asta deve impegnarsi a restaurare e mantenere il manufatto originale, e a non demolirlo per costruire qualcosa di nuovo. Dopodiché, ci si può portare i propri defunti e apporre il nuovo cognome sulla tomba.

Tornando, però, a ciò che è di competenza comunale, il Famedio, cuore simbolico del Monumentale, è stato restaurato dopo che le tessere del mosaico avevano cominciato a staccarsi. Ora è di nuovo accessibile, anche se ancora circondato da alcuni ponteggi. Poco prima, invece, erano già state rimesse a nuovo diverse gallerie e alcuni porticati: dimostrazione di un lavoro di restyling continuo e di cura costante da parte del Comune. L'obiettivo? Fare in modo che il Monumentale rimanga sempre un luogo più vivo che mai, dove la memoria possa rinnovarsi e il marmo continuare a raccontare le tante storie che compongono il passato della città.