Frecciarossa deragliato a Livraga, morirono i due macchinisti: la condanna più alta al responsabile di Rfi

Tre condanne e due assoluzioni in primo grado per il disastro ferroviario del Frecciarossa 1000 Milano-Salerno, deragliato alle 5.30 del 6 febbraio 2020 nei pressi di Livraga (Lodi), che provocò la morte dei due macchinisti Mario Dicuonzo e Giuseppe Cicciù e il ferimento grave di dieci passeggeri.
È la sentenza del Tribunale di Lodi che oggi ha condannato Valerio Giovine, all'epoca responsabile produzione di Rfi, a una pena di 3 anni e 2 mesi; l'allora operaio montatore di Alstom Ferroviaria Marco Caccioppoli, accusato di aver avvitato due fili al posto sbagliato in una morsettiera, a 2 anni e 8 mesi; il collaudatore degli attuatori nello stabilimento Alstom Giovanni Iantorno a 2 anni e 10 mesi. Per tutti i reati contestati sono quelli di disastro ferroviario colposo, duplice omicidio colposo e lesioni colpose plurime. Assolti invece per mancanza di prove i due ingegneri di Alstom Andrea Morganti e Francesco Muscatello.
Il Frecciarossa deragliato a Livraga il 6 febbraio 2020

"Poteva essere una carneficina", era stato al tempo il commento del prefetto di Lodi Marcello Cardona. Il convoglio Frecciarossa AV 9595, partito da Milano Centrale e diretto a Salerno, all'alba del 6 febbraio 2020 viaggiava alla velocità di circa 300 km/h lungo la linea AV Milano–Bologna all'altezza di Livraga (Lodi) quando, intorno alle 5.35, passa sul deviatoio numero 5.
Si tratta di un binario che, secondo quanto emerso dalle indagini, era stato lasciato in posizione deviata anziché retta, a causa di un malfunzionamento collegato alla manutenzione svolta poco prima. Un attuatore difettoso installato sul deviatoio, prodotto da Alstom, presentava infatti un cablaggio interno invertito (cioè i due fili scambiati dall'operaio), che comprometteva il corretto posizionamento dei binari. Risultato: il treno Frecciarossa deragliò mentre viaggiava a velocità elevatissima, schiantandosi come un missile nei campi intorno a Livraga.
Nell'incidente, che ha paralizzato il traffico ferroviario per giorni, morirono i due macchinisti a bordo, Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo. "Per fortuna i passeggeri nelle prime carrozze, che hanno subito i maggiori danni, erano pochi. E in generale era il primo treno della giornata", erano state le parole di Giuseppe Di Maria, comandante provinciale dei Vigili del fuoco intervenuto in soccorso dei viaggiatori.
Nel luglio 2023 due operai responsabili della manutenzione di Rete Ferroviaria Italiana erano già stati condannati a 3 anni di reclusione per disastro ferroviario e omicidio colposo. In occasione dell'appello, avvenuto nel 2025, la pena per i due è stata però ridotta a 1 anno e 8 mesi, con sospensione condizionale.