“Favori tra magistrati e società”: che cos’è l’inchiesta Clean 2 in cui è indagato il pm Mario Venditti

L’inchiesta "Clean" nasce a Brescia con un obiettivo: far luce su un presunto sistema di potere e corruzione che, per anni, avrebbe operato dentro e attorno alla Procura di Pavia. Un meccanismo fatto di "relazioni opache" tra magistrati, imprenditori e forze dell’ordine, capace – secondo gli inquirenti – di influenzare la gestione di fascicoli giudiziari, la distribuzione di incarichi e perfino l’uso di fondi pubblici.
Da quel primo filone è poi nata "Clean 2", una sorta di prosecuzione e allo stesso tempo un’evoluzione dell’indagine. Se "Clean" puntava, infatti, a ricostruire la rete dei rapporti interni al cosiddetto "sistema Pavia", "Clean 2" sposta il focus all’esterno: sui legami economici tra magistrati e società private che collaboravano con gli uffici giudiziari, soprattutto in ambito tecnico e investigativo. Al centro di questa seconda parte dell’inchiesta c’è Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia e pm nel caso Garlasco. Già indagato per corruzione in atti giudiziari in merito all'archiviazione del 2017 delle indagini su Andrea Sempio, indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi.
Clean 2, il pm Venditti e la società Esitel
Questo nuovo filone d'indagine collegherebbe il pm Venditti alla società Esitel, che per anni si è occupata delle intercettazioni in Procura a Pavia e della fornitura delle auto per servizi di appostamento, già al centro di un'inchiesta della Procura di Brescia del 2017 (poi archiviata) sull'ipotesi che fossero stati "deviati dati sensibili e riservati tratti delle intercettazioni fuori dagli ambienti stabiliti per legge". Secondo le accuse, Venditti avrebbe beneficiato di uno sconto sull’acquisto di un’auto di lusso in cambio di trattamenti di favore nei confronti dell’azienda.
Proprio questi elementi — denaro, auto, sconti, contatti diretti con fornitori della giustizia — hanno portato gli investigatori ad ampliare l’indagine e a perquisire anche l’abitazione e l’ufficio di Pietro Paolo Mazza, un altro magistrato che aveva lavorato con Venditti a Pavia, oggi in servizio a Milano. Mazza risulta indagato per peculato e corruzione in atti giudiziari, sospettato di aver beneficiato anche lui di favori e vantaggi economici.
Al momento, Venditti respinge ogni accusa, sostenendo che le spese contestate sarebbero giustificate e che non esisterebbe alcun legame tra decisioni processuali e presunti benefici personali. Tuttavia, il filone d'inchiesta "Clean 2" ha scoperchiato un tema più profondo: la relazione, talvolta ambigua, tra chi amministra la giustizia e chi, dall’esterno, ne supporta l’attività tecnica o economica. Se "Clean" indagava la possibile esistenza di un "sistema Pavia", l'obiettivo di "Clean 2" rimane, infatti, quello di indagare proprio come quel sistema si finanziava, chi ne traeva vantaggio e, soprattutto, se possa essersi costruito un meccanismo di potere parallelo, asservito a interessi personali che poco hanno a che fare con la giustizia.