Famiglia con bimbo disabile sfrattata a Milano: “Gli affitti sono più alti del nostro stipendio”

Due famiglie – dieci persone in tutto, tra cui uno dei cinque minori disabile e un anziano malato – saranno costrette a lasciare la casa dove vivono perché sfrattati dalla proprietà dopo il termine del contratto di locazione, non rinnovato. Il Sicet: “A Milano offerta di edilizia pubblica inadeguata, eppure gli alloggi ci sono ma restano vuoti”.
A cura di Chiara Daffini
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Da sinistra: Amjad Diaz e Sarfraz Muhammad
Da sinistra: Amjad Diaz e Sarfraz Muhammad

Sarfraz e Amjad Diaz Muhammad sono due fratelli arrivati a Milano quasi vent'anni fa. Da tempo vivono con il padre anziano e le rispettive famiglie (per un totale di 10 persone, con 5 minori, di cui uno disabile) in un unico alloggio in zona stazione centrale, per il quale hanno sempre pagato l'affitto. Fino a quando la proprietà dell'appartamento ha deciso di non rinnovare il contratto e riprendere possesso degli spazi.

Così Sarfraz e Amjad Diaz sono in cerca di una casa, ma i canoni d'affitto in città, anche accontentandosi di spazi limitati, superano abbondantemente i loro stipendi e la loro richiesta per una casa popolare rimane ad oggi senza risposta. Da alcuni mesi le due famiglie continuano a vivere nell'appartamento di via Pierluigi da Palestrina, nonostante sia scaduto il termine del contratto, e quindi è scattato lo sfratto per finita locazione.

"Ci chiedono 1800 euro, ma ne guadagniamo 1500"

"È dal 2005-2006 che sono in Italia – spiega a Fanpage.it Sarfraz Muhammad -, prima ho lavorato in proprio per 16 anni, con il Covid ho perso il lavoro e dopo sono andato a lavorare come addetto alla sicurezza. Il nostro guadagno complessivo, in famiglia, è di 1200, a fare tanto 1500 euro, quindi per un affitto possiamo arrivare massimo a 1000 euro al mese, ma in genere ce ne chiedono 1800 o 2000. Che cosa devo fare?"

Amjad Diaz Muhammad, invece, lavora in un negozio: "Siamo in una situazione molto critica in questo momento – ci racconta -, perché uno dei miei figli è disabile, quindi posso lavorare solo io, mia moglie deve stare a casa con lui. Anche mio padre sta male, ha avuto problemi di cuore ed è attualmente ricoverato in ospedale".

"Comunque la casa la stiamo cercando – continua -, non vogliamo restare qui contro il volere della proprietà, ma trovare un appartamento che rientri nel nostro budget finora è stato praticamente impossibile". "Tutti vogliono affittare agli studenti – aggiunge Sarfraz -, perché sono disposti a pagare di più e non ci sono bambini".

Presidio di solidarietà del Sicet davanti alla casa di. Sarfraz e Amjad Diaz Muhammad
Presidio di solidarietà del Sicet davanti alla casa di. Sarfraz e Amjad Diaz Muhammad

Il proprietario, "Anche a me serve la casa"

Una situazione difficile anche per lo stesso proprietario di casa, Claudio Messina: "L'alloggio in cui attualmente vivono i signori Muhammad – racconta Messina, raggiunto telefonicamente da Fanpage.it – era stato inizialmente affittato a una sola famiglia, sono infatti 40 mq, del tutto insufficienti per dieci persone. Quando ho avuto bisogno di riavere disponibile l'appartamento mi sono adoperato per non lasciare sulla strada Sarfraz e Amjad Diaz Muhammad e i loro familiari, anche aiutandoli a trovare un'altra sistemazione, senza però risultati".

"Ora – continua Messina – l'appartamento mi serve per mio figlio, che ha trovato lavoro in città e a sua volta fatica a trovare un alloggio. Dalla scadenza del contratto non percepisco nemmeno il canone d'affitto, mi rendo conto della difficoltà della situazione, ma anche io ho diritto a riprendere possesso degli spazi di mia proprietà".

Case popolari, nessuna risposta

I due fratelli hanno anche provato a fare richiesta per ottenere un alloggio popolare, ma finora non hanno ricevuto risposta: "L'offerta di alloggi popolari a Milano – afferma Marco Bistolfi di Sicet (Sindacato Inquilini Casa e Territorio) Milano – è un'offerta assolutamente sottodimensionata rispetto alle esigenze. I 5/6 dei richiedenti non hanno alcuna risposta e non hanno quindi lontanamente accesso all'edilizia pubblica, eppure in città gli alloggi vuoti ci sono".

Ma quante case popolari sfitte ci sono a Milano? "Il dato che a noi risulta – risponde Bistolfi – è che ci siano almeno 5000 alloggi vuoti tra Aler e Comune, ma il dato è probabilmente sottostimato, perché molto spesso è vero che ci sono dei problemi di ristrutturazione, ma soprattutto è vero che gli alloggi vengono destinati ad altre finalità che non sono l’assegnazione a canone sociale".

Lo sfratto di Sarfraz e Amjad Diaz Muhammad e delle loro famiglie, che doveva tenersi nella mattinata di martedì 8 luglio, è stato rinviato all'1 ottobre, ma resta l'incognita per il futuro.

Chiediamo a Sarfraz se gli piace Milano, se si trova bene in città. "Mi piace molto Milano. I miei bambini studiano qua e studiano bene, sono nati qua. E io mi vergogno quando mi chiedono che problema c'è, perché dobbiamo lasciare la casa. Tanti miei amici sono andati in Germania, Francia, Inghilterra… Dicono che qua a Milano è troppo difficile andare avanti, ma io Milano non l'ho mai lasciata perché mi piace l'Italia e piace anche ai miei bambini, non vogliamo andare via".

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