Drogate da un bidello con il Fentanyl e violentate, l’avvocata di una vittima: “Non riusciva a stare in piedi”

Avrebbe usato il Fentanyl per narcotizzare le sue vittime, due donne, e abusare di loro l'uomo arrestato lo scorso ottobre dai carabinieri su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bergamo con accusa di violenza sessuale aggravata, atti persecutori, cessione di sostanze stupefacenti e violenza privata. L'uomo, sarebbe un collaboratore scolastico di 34 anni in servizio in un liceo di Bergamo, che secondo quando ricostruito avrebbe drogato, abusato e stalkerato due donne, di cui una 35enne.
"La realtà supera sempre la fantasia. Difendo donne vittime di violenza da oltre 25 anni ma un episodio come questo non mi era mai capitato. È la prima volta che seguo un caso di avvelenamento da Fentanyl. È una storia incredibile questa. Quando la mia assistita mi ha chiamato e mi ha raccontato che l'uomo le aveva somministrato qualche sostanza non ci volevo credere. Dalle analisi è emerso poi che si trattasse proprio di Fentanyl. Non ci volevo credere. Non succede tutti i giorni" ha raccontato a Fanpage.it Marcella Micheletti, avvocata della 35enne.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Bergamo, sono scattate a seguito delle denunce presentate dalle due donne. Entrambe avevano raccontato di aver conosciuto un uomo attraverso un sito di incontri e che, durante i rispettivi appuntamenti, questo le avrebbe fatto bere bevande preparate da lui per poi perdere conoscenza. La 35enne, difesa dall'avvocata Micheletti, in particolare ha raccontato di aver bevuto un bicchiere di vino.
"È gravissimo e scioccante quanto accaduto. La mia assistita, mi ha raccontato che al risveglio non si sentiva più le gambe ed era completamente intorpidita. Non riusciva a stare in piedi, non si reggeva proprio. Si sentiva bloccata, incosciente, non riusciva a reagire, faceva fatica a mettere insieme i pensieri e era confusa" continua l'avvocata Micheletti. "Io credo che l'uomo, nel momento in cui ha agito, fosse molto lucido e scientifico" ha concluso l'avvocata.
Dai racconti di entrambe, quando si sono risvegliate, avrebbero accusato sintomi compatibili con l'assunzione di oppioidi, ecchimosi e traumi. Una delle due, poi, ha raccontato che quel soggetto l'avrebbe pedinata, si sarebbe appostato sotto la sua abitazione e sarebbe arrivato a controllare i suoi dispositivi attraverso app che gli permettevano di leggere le sue conversazioni private.
Secondo quanto si apprende, i carabinieri del nucleo Investigativo del Comando provinciale di Bergamo, quando nell'ambito delle indagini si sono presentati presso l'abitazione del sospettato per una perquisizione domiciliare, hanno accertato che effettivamente poteva accedere al Fentanyl, potente farmaco oppioide, perché prescritto alla madre malata.
Inoltre, in quell'occasione erano stati sequestrati anche dispositivi elettronici, dalle analisi dei quali è emerso che il 34enne avesse fotografato e girato video delle donne mentre erano in stato di incoscienza e che conservava quel materiale per minacciarle per ottenere nuovi incontri o dissuaderle dal denunciare. Inoltre, in alcune chat si sarebbe vantato di questi "esperimenti" e offriva ad altre persone il farmaco che usava per narcotizzare, e poi abusare, le sue vittime.