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Don Burgio, il cappellano che ha vissuto con Baby Gang: “Ha sofferto molto, ma non è cattivo”

“Ha sofferto molto, ha vissuto con rabbia la disuguaglianza sociale e l’ha riversata nella musica”. Così don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria e fondatore della comunità Kayros, parla a Fanpage.it di Baby Gang, giovane rapper al momento in carcere per rapina.
A cura di Francesco Loiacono
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Don Claudio Burgio con Baby Gang
Don Claudio Burgio con Baby Gang

"Non esistono ragazzi cattivi". È questa la scritta che accoglie i visitatori nella comunità Kayros onlus di Vimodrone, vicino Milano, dove don Claudio Burgio, fondatore della comunità e cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, ospita ragazzi che hanno procedimenti penali o problemi familiari. Tra loro da qui è passato anche il rapper Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib, che al momento si trova in carcere a San Vittore dopo essere stato arrestato per rapina. Anche per lui don Burgio utilizza la stessa frase: "Neanche Zaccaria è un ragazzo cattivo, per quanto si possa immaginare, pensare – dice il sacerdote a Fanpage.it -. Zaccaria come tanti ragazzi può sbagliare, è caduto tante volte, si è sempre rialzato e si rialzerà. Questa vicenda è una tappa della sua crescita e del suo cammino, io sono sempre fiducioso che ce la farà".

Baby Gang
Baby Gang

Don Burgio: Zaccaria ha sofferto molto

Baby Gang è stato per oltre due anni nella comunità Kayros, alla quale è molto legato, tanto da avervi lasciato anche il suo cane. "L'ho conosciuto quando aveva 15 anni – racconta don Burgio – un ragazzo con una storia pesante alle spalle perché comunque già all'età di 8 anni era stato allontanato dalla famiglia e messo in comunità. Lui è un ragazzo che ha sofferto molto, ha vissuto con rabbia la disuguaglianza sociale e l'ha riversata nella musica".

Sul rap: È un genere che fa riflettere, andrebbe ascoltato

Proprio la musica di Baby Gang, il rap, è finito spesso al centro delle polemiche negli scorsi mesi: "È un ragazzo che con molta onestà ti butta in faccia la realtà, la sua e quella di tanti ragazzi", dice don Burgio. Che a proposito delle polemiche sul genere musicale aggiunge: "È un genere che fa pensare, riflettere. Forse invece che criticarlo o osteggiarlo, da parte delle istituzioni e del mondo degli adulti e degli educatori, andrebbe ascoltato. Se pensiamo ai ragazzi di San Siro (quartiere milanese dove la scena rap è molto viva, ndr) sono loro che mi hanno spiegato e mi hanno fatto conoscere il loro quartiere, ed effettivamente ho constatato anch'io come per questi ragazzi adolescenti non c'è proprio nulla".

Don Burgio si dice disponibile ad accogliere nuovamente Baby Gang, qualora ve ne fosse la necessità. Ma il rapper, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, si è difeso dalle accuse che lo hanno fatto finire in carcere, sostenendo che non si trovasse a Milano nel momento della rapina che gli viene attribuita. Si attende adesso la decisione sulla richiesta di scarcerazione presentata dal suo avvocato, Niccolò Vecchioni.

(Intervista a cura di Simone Giancristofaro)

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