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Dimessa dall’ospedale la professoressa accoltellata da un suo studente 17enne: il giovane resta in carcere

Sara Campiglio, la professoressa 57enne dell’Enaip di Varese accoltellata alla schiena da un suo studente di 17 anni, è stata dimessa dall’ospedale dopo giorni di ricovero. Il 17enne invece resta ancora in carcere con l’accusa di tentato omicidio.
A cura di Giorgia Venturini
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L'ingresso dell'istituto professionale Enaip di Varese (foto di Fanpage.it)
L'ingresso dell'istituto professionale Enaip di Varese (foto di Fanpage.it)

Sta meglio ed è stata dimessa dall'ospedale Sara Campiglio, la professoressa 57enne dell’Enaip di Varese che lo scorso 5 febbraio è stata accoltellato alla schiena da un suo studente di 17 anni. Da allora la donna era ricoverata ma non è mai stata in pericolo di vita. Il direttore di Enaip Lombardia Giovanni Colombo ha spiegato alla Prealpina che la professoressa è tornata a casa e che "dal punto di vista fisico sta decisamente meglio. Quello che le è successo ha lasciato inevitabilmente strascichi psicologici. Ritorno a scuola? Decisamente prematuro". Il ragazzo dovrà difendersi dall'accusa di tentato omicidio pluriaggravato: si trova ora nel carcere minorile Beccaria di Milano.

L'aggressione prima di entrare in classe

Il giorno dell'aggressione il 17enne era rientrato a scuola dopo uno stage lavorativo di tre mesi: a gestire lo stage anche dello studente era stata proprio la professoressa Campiglio. Una volta davanti all'ingresso della scuola il 17enne ha colpito tre volte alla schiena con un coltello a serramanico che aveva in tasca la professoressa. L'insegnante è stata subito soccorsa dai colleghi prima e dai sanitari del 118 dopo. Per il giovane invece poco dopo è scattato l'arresto con l'accusa di tentato omicidio.

Sconosciuto ancora il movente dell'aggressione

Successivamente è emerso che il ragazzo soffriva da tempo di disturbo bipolare e depressione. Secondo lo stesso istituto Enaip sarebbe un "soggetto a diagnosi funzionale", discalculico e iperattivo. Il movente è ancora da chiarire nel dettaglio, forse alla base il possibile timore di una bocciatura. Ma tutto è ancora da accertarsi. Secondo i parenti della vittima però non ci sono dubbi: il giovane "voleva uccidere, non c'è assolutamente una ragione per questa cosa, va fermato, va curato perché potrebbe rifarlo". Il movente resta anche sconosciuto per la stessa vittima che ai suoi famigliare avrebbe detto: "Non so come sia successa una cosa del genere – ha detto la donna ai famigliari – perché ho sempre seguito passo dopo passo tutti miei studenti" .

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