Dal Grande Fratello e le storie d’amore al carcere, Kiran Maccali si racconta: “Volevo essere Fabrizio Corona”

Kiran Maccali, ex concorrente del Grande Fratello, è stato condannato a 6 anni e mezzo di reclusione con le accuse di estorsione, lesioni e stalking ai danni di un amico, 60enne ora in pensione, che lo ha ospitato nella sua casa nella Bassa Bergamasca dal 2015 al 2019. Dal carcere l'ex gieffino ripercorre la sua vita: dall'esperienza in carcere sino ai mesi in televisione, l'incontro con Fabrizio Corona e le sue relazioni passate.
Riguardo alla sua vita in Carcere l'ex gieffino racconta: "Sono sereno, ho eliminato l’alcol e la droga che spesso avevano determinato scelte sbagliate. Questo è il modo per ricominciare". Durante le giornate "mi impegno nelle attività che il carcere offre, dal lavoro interno (manutenzione e cura delle aree verdi) ai corsi di formazione e ai colloqui con la criminologa, l’educatore, la dottoressa e la psicologa del Serd che cura le dipendenze", ha spiegato a Il Corriere della Sera.
Questo perché in passato Maccali è stato in una comunità per il recupero dalla tossicodipendenza: "Era un lager. Botte e pane e acqua erano all’ordine del giorno. Ricordo le notti a spaccare la legna, solo perché avevo detto ‘voglio tornare a casa'". Poi, ripensando al periodo del Grande Fratello, aggiunge: "Non so se lo rifarei. Ero circondato da persone di ogni tipo, da quelle buone alle approfittatrici. I guadagni erano alti. Ho anche conosciuto Corona tramite un paparazzo. Iniziai ad andare in ufficio da lui e restai d’incanto. Fabry era una macchina per fare soldi. Quello che lui guadagnava in un giorno, una persona normale lo guadagna in un anno. La mia ambizione era diventare come lui".
In quel periodo Maccali ha anche una storia d'amore con Donatella Negro, al tempo conduttrice di Ragazzi c'è Voyager. In più, "ho vissuto un amore fraterno con Manila Boff, ex concorrente di Uomini e donne. Lei c’è sempre. Al mio primo arresto, nel 2017, chiamò la mia avvocata offrendosi per ospitarmi ai domiciliari. E sempre ci sarà".
Negli anni successivi l'ex gieffino apre un’agenzia di comunicazione e marketing. "In quel periodo andava tutto bene, avevo tanto lavoro", racconta. "Ma anche una fidanzata che mi svuotava il conto: le comprai due auto in sei mesi, un Rolex, borse, scarpe e aveva un diamante al dito. Una sera, a mezzanotte, dopo il corso prematrimoniale, mi lasciò a piedi sotto il ponte di Boccaleone. Se ne andò con la seconda auto che le avevo comprato lasciandomi per uno che le aveva promesso in regalo una Bmw X5 e le vacanze alle Maldive. Ero così esaurito che perdevo i capelli a ciocche. E ancora la mia “cura” fu abbandonarmi ad alcol, droga e locali notturni".
Poi, nel 2017, è la volta del primo arresto. "Iniziò una discussione con i miei genitori. All’arrivo dei carabinieri, iniziai a discutere anche con loro. L’indomani venni processato in primo grado per resistenza a pubblico ufficiale e condannato a sette mesi: entrai in carcere a Bergamo per la prima volta e ci rimasi 38 giorni, i più lunghi. I giornali scrissero che avevo picchiato i miei genitori. Mia mamma provò a smentire, ma non fu ascoltata".
Una volta fuori dal carcere Maccali conosce una ragazza di Bologna e, nonostante l’obbligo di dimora e firma a Romano di Lombardia, decide di andare da lei. "La mia ex fidanzata bresciana mi convinse a raggiungerla nel suo paese. Fu un tranello. Chiamò i carabinieri e disse che avevo violato le restrizioni e che la importunavo. Qualche giorno dopo, ricevetti la notifica che dovevo rientrare in carcere e non passò una settimana che mi venne notificata la denuncia per tentata violenza sessuale. Processo fatto in dibattimento e fui condannato a 2 anni senza nessuna prova. Era meglio se mi avesse accoltellato per farmela pagare dei tradimenti e di averla lasciata".
Infine, in merito all'ultima condanna per estorsione, lesioni e stalking spiega: "Non posso parlare perché ci sarà l’appello, confido nella giustizia e che sia fatta chiarezza. So di essere cambiato. Prima, però, devo pagare lo scotto della mia vita irregolare".