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Opinioni
Inchiesta sull’urbanistica a Milano

Cosa sta succedendo a Milano con l’inchiesta sull’urbanistica? Il nuovo episodio di Direct

Si fa un gran parlare del modello Milano e delle responsabilità della politica locale: ma quali sono esattamente? E perché ci riguarda tutti, anche se non abitiamo a Milano?
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DIRECT è il Podcast in cui cerchiamo di analizzare le cose che accadono, assieme, partendo dalle domande che mi arrivano. È dedicato agli abbonati di Fanpage (ci si abbona qui). ma abbiamo reso alcuni episodi disponibili per tutti su Spotify a questo link.

Partiamo come sempre, dalle domande. Oggi dalla domanda di Valeria:

“Che sta succedendo a Milano con l'inchiesta sull'urbanistica?”

Partiamo dall’inchiesta, Valeria, anche se premetto che non parleremo esclusivamente di ciò su cui stanno lavorando i giudici di Milano. O meglio: non diremo in questa sede se il sindaco Beppe Sala, i suoi assessori, i membri della commissione paesaggio, gli immobiliaristi e gli architetti coinvolti sono colpevoli di qualcosa.  A quello ci penseranno i giudici e tre gradi di processo, semmai si arriverà a processo.

Io proverò a raccontare, semmai, cos’è quel “modello Milano” di cui tutti parlano. Che ha cambiato radicalmente la città. Ha fatto vincitori e perdenti. E in qualche modo è figlio di processi del tutto analoghi che accadono in tante metropoli del mondo.

Partiamo dall’inchiesta, però. In sintesi, i pubblici ministeri del Tribunale di Milano sono convinti che esista quel che loro chiamano “patto corruttivo” tra alcuni sviluppatori immobiliari, alcuni architetti e alcune persone dell’amministrazione comunale milanese.

Più o meno, dicono, funzionava così: immaginate un’area industriale dismessa da riqualificare. C’è uno sviluppatore immobiliare che ci mette gli occhi sopra e vorrebbe costruirci un grattacielo. E allora chiama un architetto e gli dice: “progettami un grattacielo”. L’architetto si mette al lavoro. Ed entrambi sono contenti, perché se quel grattacielo viene realizzato ci guadagnano parecchio. Lo sviluppatore, perché ha comprato un’area che valeva zero e l’ha trasformata in una zona di lusso. L’architetto, perché quel grattacielo gli farà guadagnare soldi, visibilità, prestigio.

C’è un problema, però. Che il Comune potrebbe non autorizzare la nascita di quel grattacielo. In particolare, c’è la commissione paesaggio del comune che potrebbe rompere le scatole.

Secondo i giudici, il patto corruttivo nasce qua.
La commissione paesaggio chiude un occhio su tante cose.
Su una riqualificazione di un’area dismessa che in realtà è una costruzione da zero.
Sugli oneri di urbanizzazione che il costruttore risparmia grazie a questo espediente.
Sulle case di edilizia residenziale sociale che non saranno costruite.
E il costruttore e lo studio di architettura premiano il presidente della commissione paesaggio pagandogli ricche parcelle in quanto lui stesso architetto.

E il sindaco? E l’assessore all’urbanistica? Secondo i pm di Milano sapevano tutto quanto accadeva ed erano d’accordo.
Ripeto: l’ho sintetizzata molto, e mi scuso per le imprecisioni.

Ora: va detto anche che tutti gli indagati hanno respinto le accuse al mittente.
Però questa inchiesta ha scoperchiato un problema che in molti, per anni, hanno fatto finta di non vedere. Ed è un problema politico, non giudiziario. Un problema che ha a che fare con il modello di sviluppo della città.

Partiamo da qua.

Se abitate a Milano, vi sarete resi conto che le case, da qualche anno a questa parte, hanno iniziato a costare sempre di più, ovunque. Come dice, proprio in un’intervista a Fanpage, Mariana D'Amico di Case a Prima Vista – non fate finta di non sapere chi è –  “A Milano anche in periferia c’è il lusso”.  E perché a Milano c’è il lusso anche in periferia?

Perché, per l’appunto, soprattutto in periferia succede ciò di cui abbiamo palato poco fa.
Ci sono aree a basso costo, solitamente ex industriali, o snodi logistici come  gli scali ferroviari, da riqualificare.
E sviluppatori immobiliari che ci costruiscono case, grattacieli, interi quartieri di grande pregio. Magari con dei parchi bellissimi, o dei centri commerciali nel mezzo con boutique monomarca prestigiose. Posti super perfetti per farci pubblicità, o per scattarsi un selfie da postare su instagram, peraltro.

Ora, immaginate di avere una casa di proprietà in quel quartiere periferico: siete felicissimi, perché la vostra casa improvvisamente vale il doppio, o forse più.

Immaginate di avere la vostra seconda casa, quella che vi ha lasciato in eredità la nonna, in quel quartiere: siete ancora più felici, perché potete mandare via gli inquilini poveri che vi pagavano l’affitto a singhiozzo e affittarla per il weekend ai turisti.

Ecco: se siete in queste condizioni, siete i vincitori assoluti del “modello Milano”

Se invece siete alla ricerca di una casa da comprare o in affitto, avete un grosso problema: perché di case a basso prezzo ce ne sono sempre meno. E di case in affitto ce ne sono ancora meno.
Anzi: ora a Milano le case messe a disposizione dei turisti sono circa il doppio di quelle disponibili per chi vuole stabilirsi in città.
Direte voi: che problema c’è? Otto milanesi su dieci hanno la casa di proprietà. Tutti gli altri possono tranquillamente trasferirsi nei comuni vicini e prendere il treno ogni mattina.
Sì, va bene. Ma adesso immaginate di essere sempre quello di prima. Quello che abitava in periferia e che si ritrova improvvisamente in uno dei nuovi quartieri “cool” di Milano.
Ha una casa che improvvisamente vale il doppio. Il problema è che attorno a lui, improvvisamente, tutto costa più o meno il doppio: il caffè al bar, il ristorante, la palestra. Tutto.
Certo, puoi vendere la tua casa e farci un sacco di soldi, ma poi dove ti trasferisci? O li usi tutti per comprare una casa uguale a quella che avevi prima, in un posto simile, al doppio del prezzo. Oppure, anche tu, sei costretto ad andartene da Milano, in un comune dell’hinterland.

Questo fenomeno ha un nome: si chiama gentrificazione. I ricchi che sostituiscono i poveri in un determinato quartiere di una città.

Chi rimane, insomma, a essere felice di questa situazione?

🎧 Ascolta l'episodio 27 per l'approfondimento completo.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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