La storia di Bohdan, il 14enne costretto a lasciare l’ospedale di Kiev: “Trenta ore di viaggio per salvarlo”
Una corsa contro il tempo per salvargli la vita: è quanto accaduto a Bohdan, un ragazzo di 14 anni che è stato costretto a lasciare l'ospedale di Kiev, in Ucraina, a causa dei bombardamenti. L'adolescente – si legge in una nota stampa – infatti non poteva più avere garantita l'assistenza sanitaria necessaria ad affrontare la sua patologia: il 14enne è paraplegico dalla nascita. Dopo un viaggio in ambulanza lungo trenta ore, è riuscito ad arrivare – insieme alla sua famiglia – all'ospedale Niguarda di Milano.
L'operazione che ha causato l'infezione
Bohdan è nato con una grave malformazione congenita, la spina bifida: dall'ospedale Niguarda spiegano che, nel suo caso, si è manifestata nella forma più grave e cioè il mielomenigocele che comporta una incompleta formazione delle ossa della colonna vertebrale. Il 14enne, già dieci anni fa, era stato seguito dagli specialisti dell'ospedale milanese: dopo essere rientrato in Ucraina, era stato sottoposto a un intervento chirurgico per contenere le conseguenze della scoliosi neurologica. Il ragazzo era stato operato, per l'ultima volta, a febbraio 2021: a seguito di questo intervento, il 14enne ha sofferto di una grave infezioni dovuta alle barre e le viti usate proprio sulla sua colonna vertebrale.
La chiusura dell'ospedale di Kiev
Bohdan doveva essere quindi sottoposto a un altro, l'ennesimo, intervento chirurgico: lo scoppio della guerra ha però reso quasi impossibile qualsiasi operazione. L'ospedale in cui era ricoverato ha chiuso e ha dimesso tutti i pazienti: il 14enne ha iniziato a peggiorare sempre più fin quando, come raccontato dalla nonna Olga, ha ricevuto la chiamata della dottoressa Francesca Schioppa che aveva seguito il caso dieci anni prima: "Nonostante fossero passati tanti anni a Niguarda si ricordavano di noi. Le ho raccontato dello stato in cui Bohdan si trovava e mi ha detto che non c’era da perdere tempo, dovevamo andare immediatamente a Milano".
Il viaggio e l'ambulanza affittata
Dopo vari tentativi per organizzare il viaggio (andati falliti), la famiglia ha deciso di affittare un'ambulanza: "Un tragitto interminabile che ha visto alternarsi alla guida il medico al seguito e il padre del ragazzo". Una volta arrivati a Milano, il 14enne è stato ricoverato in Pediatria e pochi giorni dopo è stato operato: "Siamo stati in sala per circa 6 ore e – spiega il chirurgo Pietro Giorgi – abbiamo rimosso tutti i materiali di sintesi utilizzati in Ucraina che a causa di un’esposizione avevano portato a un’infezione sistemica molto grave". Dopo l'operazione, il 14enne si è ripreso: le sue condizioni stanno migliorando e sta svolgendo la riabilitazione sempre al Niguarda. "Non ci sono parole per ringraziare i medici e tutto il personale di Niguarda che si è preso cura di lui. Siete e sarete per sempre i nostri angeli", ha concluso la nonna.