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Coronavirus, il virologo Pregliasco: “56 per cento è asintomatico: primi miglioramenti tra 8 giorni”

I casi da Coronavirus continuano ad aumentare in tutta Italia e soprattutto in Lombardia, di fatto la prima regione per nuovi contagi. Il virologo Fabrizio Pregliasco, intervistato da Fanpage.it, ha chiarito che il 56 per cento delle persone contagiate è asintomatico e che la percentuale di chi presenta sintomi lievi è al 21. “Per assistere a un miglioramento dobbiamo attendere almeno otto giorni – ha spiegato – ma siamo pronti al fatto che l’ultimo dato a migliorare sarà quello dei morti”.
A cura di Chiara Ammendola
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Il virologo Fabrizio Pregliasco
Il virologo Fabrizio Pregliasco
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"Il 56 per cento dei contagiati dal Coronavirus è asintomatico", a dirlo è il virologo Fabrizio Pregliasco che intervistato da Fanpage.it ha fatto luce su quale sia l'attuale situazione rispetto ai nuovi contagi che hanno fatto registrare un netto aumento. Si tratta di una percentuale alla quale seguono i cosiddetti pauci sintomatici, coloro che presentano sintomi lievi come malessere generale e stanchezza, che si attestano al momento al 16 per cento, ci sono poi colori i quali presentano sintomi lievi, ovvero che hanno chiari segni e sintomi di malattia ma non tali da richiedere il ricovero ospedaliero (questi sono il 21 per cento). Infine ci sono coloro che hanno sintomi importanti che si attestano al 7 per cento, questi hanno sintomi gravi tali da richiedere il ricovero ospedaliero e in alcuni casi (qui la percentuale è sotto l'1 per cento) anche la terapia intensiva.

Dottor Pregliasco i dati sono in continua crescita, se e quando si potremo avere dei miglioramenti dopo l'ultimo Dpcm?

I dati sono preoccupanti ma ci dicono anche che nell'arco di 8 giorni possiamo arrivare ad avere i primi risultati frutto di queste nuove misure restrittive. Ciò a cui dobbiamo guardare resta comunque l'Rt (l'indice di contagio del virus, ovvero il tasso di contagiosità n.d.r.) che ci fornisce risposte più chiare a livello statistico ed è questo che deve diminuire. In questo senso ci dirà quanto sono state efficaci le misure applicate.

In Lombardia però c'è una percentuale che continua a crescere, ed è quella che riguarda il rapporto tra positivi e tamponi effettuati passata in dieci giorni dal 7,9 al 16,7 per cento.

Sì, questo perché il virus si sta diffondendo, è evidente. È un indicatore non piacevole della diffusione del virus. Però è anche vero che questa percentuale ci permette di standardizzare la diffusione del numero di casi: in questo senso possiamo dire che più positivi troviamo e meno c'è la possibilità di contagio perché sappiamo che ci sono e dove sono.

In molti casi però il contact tracing, come ha denunciato anche Ats Milano Città Metropolitana, è ormai saltato.

Sì, è vero. Questo accade in aree metropolitane come quella di Milano in cui in cui c'è movimento, e c'è ormai da mesi.

Quindi i nuovi positivi chi sono? 

I nuovi positivi in Lombardia sono buona parte di quelli asintomatici o pauci sintomatici che durante la prima ondata sono stati trascurati. Se pensiamo a un iceberg possiamo dire che a marzo abbiamo affrontato la parte esterna che ci ha travolto ma abbiamo lasciato sott'acqua la parte di ghiaccio non visibile, ora invece stiamo affrontando anche quella. È necessaria però una razionalizzazione dei tamponi rapidi per garantirne l'esecuzione: i cittadini non devono essere ansiosi in questo senso e chiedere tamponi anche ove non  necessario.

I nuovi focolai nelle Rsa della Lombardia però ci dicono che i sintomatici ci sono e i morti anche

Purtroppo i morti che stiamo registrando ora sono i contagi di almeno una quindicina di giorni fa e dobbiamo essere pronti al fatto che ce ne saranno ancora. Quello dei decessi è infatti l'ultimo parametro a migliorare.

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