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Como, rifiuti smaltiti illegalmente e riutilizzati per fare un centro sportivo: scattano 4 arresti

L’operazione “Terre Fantasme” dei carabinieri e finanzieri del Comando provinciale di Como, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, ha portato questa mattina all’arresto di quattro persone per traffico di rifiuti, fatture false e bancarotta fraudolenta. Le indagini si sono concentrate su un sito di frantumazione di rifiuti edili nel Comune di Rovellasca, in provincia di Como: sono stati sversati abusivamente circa 16.500 mentri cubi di rifiuti speciali. I rifiuti poi venivano riutilizzati per realizzare opere pubbliche, tra cui campi sportivi.
A cura di Giorgia Venturini
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Avevano creato un sistema di fatture su operazioni inesistenti per coprire l'attività illecita di smaltimento e riutilizzo rifiuti. Ora tutto è stato svelato dall'operazione "Terre Fantasme" dei carabinieri e finanzieri del Comando provinciale di Como al termine di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. Gli arresti sono scattati questa mattina: i militari hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 cittadini italiani: 2 misure agli arresti domiciliari, un obbligo di dimora ed un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tutti ora accusati di aver fatto parte di un sistema criminale.

Quasi 17mila metri cubi di rifiuti speciali smaltiti illegalmente

Le indagini sono scattate nel novembre del 2018 quando sotto i riflettori i inquirenti e investigatori è finito un sito di frantumazione di rifiuti edili nel Comune di Rovellasca, in provincia di Como: qui, come riferisce in una nota la Guardia di Finanza di Como, sono stati sversati abusivamente circa 16.500 mentri cubi di rifiuti speciali prodotti, ovvero gli scarti di cantieri edili sparsi in tutta la Lombardia. I rifiuti venivano triturati in un impianto sprovvisto di autorizzazione  per poi essere rivenduti come materiale da costruzione privo delle prescritte certificazioni. E ancora: il materiale veniva poi riutilizzato per la realizzazione di opere pubbliche come il centro sportivo di Cislago, in provincia di Varese, adeguamento del parco sud e opere private a Ceriano Laghetto, in provincia di Milano. Al termine delle indagini i militari hanno documentato 3.468 episodi di scarico di rifiuti, facendo emergere così un volume di affari assolutamente imponente.

La società ha evaso tasse per oltre un milione di euro

Un business illegale di rifiuti nascosto dietro ad emissioni di fatture per operazioni inesistenti: in questo modo non c'era traccia del trasporto e riciclo dei rifiuti edili. Gli arrestati riuscivano in questo modo anche a evadere le tasse rispetto ai costi sostenuti di illecito smaltimento. Dai successivi accertamenti è emerso che l’impresa aveva già un grosso debito nei confronti del fisco che ammonta a un milione di euro. Per questo gli amministratori della società "avevano provveduto a distrarre gran parte degli asset aziendali verso una neo costituita impresa compiacente, in grado di proseguire l’attività commerciale", come spiegano dalla Guardia di Finanza. Il 23 marzo scorso il pubblico ministero inquirente ha chiesto e ottenuto il fallimento della società. L'accusa dei quattro arrestati a vario titolo è di bancarotta fraudolenta patrimoniale, con l’accusa di aver dissipato gran parte dei beni aziendali ed aver posto in essere un articolato e sistemico meccanismo di frode fiscale, propedeutico alla illecita attività di smaltimento rifiuti, cagionandone il dissesto. Ora sono ancora in corso nelle provincie di Como, Varese e Milano, oltre 20 attività di perquisizione nei confronti degli ulteriori soggetti indagati. Le perquisizioni si stanno svolgendo anche negli uffici del Comune di Rovellasca.

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