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Cocaina dal Perù alla ‘ndrangheta in Lombardia: 15 arresti, anche il volontario di una onlus

Quindici persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza di Pavia, in collaborazione con lo Scico. Sono accusate di far parte di un’organizzazione criminale che trafficava cocaina dal Perù all’Italia, dove era destinata alle cosche di ‘ndrangheta di Lombardia e Calabria. Cinquanta i chili di polvere bianca sequestrati: avrebbe fruttato circa 5 milioni di euro.
A cura di Francesco Loiacono
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Blitz delle Fiamme gialle contro il narcotraffico. Dalle prime luci dell'alba circa 80 finanzieri del Comando provinciale della Guardia di finanza di Pavia, con la collaborazione dello Scico (Servizio centrale investigazione criminalità organizzata), stanno eseguendo 15 ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei membri di un'organizzazione criminale che importava cocaina dal Sudamerica per destinarla alle cosche di ‘ndrangheta attive in Lombardia e in Calabria.

Tra gli arrestati il conducente di un'ambulanza

Degli arrestati, per 11 è stata disposta la custodia in carcere e per quattro gli arresti domiciliari. Cinque tra i soggetti destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare avrebbero lasciato il territorio nazionale e risultano al momento irreperibili: i finanzieri stanno cercando di rintracciarli per arrestarli. Otto tra gli indagati sono di nazionalità peruviana, Paese da dove la cocaina partiva per poi arrivare, dopo uno scalo in Spagna, in Italia. Sette gli indagati di nazionalità italiana: uno di questi per spostarsi utilizzava l’ambulanza che guidava come volontario per conto di una onlus, risultata del tutto estranea ai fatti. Inoltre, alcuni tra gli arrestati avevano chiesto e ottenuto anche negli ultimi mesi il reddito di cittadinanza.

Sequestrati 50 chili di cocaina

L'operazione delle Fiamme gialle, che è stata denominata "Mixtus" e arriva a conclusione di circa due anni di indagini coordinate dalla procura di Milano, si è svolta tra le province di Milano, Pavia, Monza Brianza e Roma. Cinquanta i chili di cocaina sequestrati: la polvere bianca, una volta venduta nelle piazze di spaccio italiane, avrebbe garantito alle cosche di ‘ndrangheta, tra cui il clan dei Molluso, un profitto di circa 5 milioni di euro. Per sfuggire ai controlli, la droga veniva anche nascosta attraverso dei procedimenti chimici nelle copertine di libri e riviste o intrisa nei rivestimenti delle valigie. L'estrazione avveniva poi in laboratori clandestini, come quello scoperto nel luglio 2019 dai finanzieri in un'anonima officina nell'hinterland di Milano.

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