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Chiuso un centro massaggi a “luci rosse”: attivo anche durante il lockdown

I carabinieri di Busto Arsizio, comune in provincia di Varese, hanno sequestrato un centro messaggi che in realtà nascondeva una casa a luci rosse. È stata anche arrestata la titolare, una donna di 46 anni, che dovrà rispondere dell’accusa di sfruttamento e favoreggiamento alla prostituzione nei confronti di quattro ragazze.
A cura di Ilaria Quattrone
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Un frame del video dei carabinieri di Varese
Un frame del video dei carabinieri di Varese

Gestiva un centro massaggi, ma in realtà era una casa d'appuntamento: a Busto Arsizio, comune in provincia di Varese, i carabinieri, nella giornata di oggi lunedì 6 settembre, hanno arrestato una donna di 46 anni con l'accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nei confronti di quattro donne di nazionalità cinese. La struttura è stata posta sotto sequestro. Dalle indagini è emerso che la titolare aveva iniziato con questa attività da novembre 2020.

Il costo andava dai 30 ai 70 euro

Stando quanto emerso dall'attività investigativa, coordinata dal pubblico ministero Carlo Alberto La Fiandra, la donna pubblicizzava su diversi siti le prestazioni sessuali: i clienti potevano trovare sia le foto delle ragazze che le descrizioni di quanto veniva offerto. La responsabile del centro, anche lei di nazionalità cinese, organizzava poi gli appuntamenti, che in caso di clienti fissi erano costruiti sulle loro abitudini, e incassava il denaro. Avrebbe richiesto dai 30 ai 70 euro: il prezzo variava a seconda della prestazione.

Il centro sarebbe stato attivo anche durante il lockdown

Il giudice per le indagini preliminari ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della 46enne. Inoltre è stato disposto il sequestro preventivo dalla struttura. Dalle immagini dei video, si nota come all'esterno il locale si presentava come un centro massaggi mentre all'interno c'erano delle minuscole camere dipinte di rosa con dei letti. Dagli accertamenti, è emerso che la struttura fosse già attiva da novembre 2020 e avrebbe proseguito anche durante il lockdown. 

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