Chi era Maurizio Rebuzzini, il fotografo trovato in fin di vita nel suo studio a Milano: si indaga per omicidio

Si chiamava Maurizio Rebuzzini il fotografo, giornalista e professore emerito di fotografia all'università Cattolica di Milano che due giorni fa, il 17 settembre, è stato trovato in arresto cardiaco nello studio dove lavorava in via Gianfranco Zuretti, a pochi passi dalla stazione Centrale. Sul caso è stato aperto un fascicolo per omicidio per fare chiarezza sulle circostanze della morte perché al momento del ritrovamento l'uomo presentava alcuni lividi sul collo e nel luogo dove è stato trovato c'erano tracce di sangue.
Chi era Maurizio Rebuzzini
Nato a Milano negli anni '50, Rebuzzini ha sviluppato sin da giovane un forte interesse per il mondo della fotografia. Nel tempo, tale interesse si è concretizzato in un percorso di studi e di insegnamento che lo ha portato a diventare fotografo professionista e professore all'università Cattolica di Milano. Nel mentre, Rebuzzini ha tenuto diversi corsi, seminari ed è stato autore di pubblicazioni che hanno indagato il ruolo della fotografia come elemento fondamentale per comprendere la società. Nel 1994, poi, Rebuzzini ha fondato e diretto FOTOgraphia, una rivista bimestrale che nel tempo si è affermata come punto di riferimento per gli esperti del settore offrendo analisi, riflessioni e approfondimenti sulla fotografia come fenomeno culturale. Un riflesso di quello che Rebuzzini era: "un’enciclopedia vivente, non accademica" – come lo hanno ricordato gli amici. "Rispondeva a qualunque ora, con precisione e disponibilità".
Il giorno della morte
Maurizio Rebuzzini è stato trovato in fin di vita con alcuni lividi sul collo la sera dello scorso 17 settembre. Subito dopo l'allarme lanciato dal figlio – che abita a pochi edifici di distanza dallo studio del padre – il fotografo è stato trasportato d'urgenza al pronto soccorso dell'ospedale Fatebenefratelli dove, però, è deceduto poco dopo l'arrivo.
Sul caso è stato aperto un fascicolo per omicidio per indagare sulle circostanze della morte, ancora poco chiare agli inquirenti. Nel mentre, sono già iniziate le indagini della squadra mobile della Polizia di Milano e il pm di turno ha disposto l'autopsia sul corpo dell'uomo per capire l'origine dei segni che l'uomo presentava sul collo. Il primo dubbio da chiarire rimane, infatti, quello di comprendere se questi siano compatibili con un tentativo di strangolamento o meno.