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Arresti tra ultras di Milan e Inter

Chi è Mauro Russo, dal brand Sweet Years con Maldini e Vieri all’accusa di estorsione per i parcheggi di San Siro

Mauro Russo, ex capo ultrà dell’Inter e imprenditore dei parcheggi di San Siro, ha fondato con Paolo Maldini (cognato del fratello Aldo) e Christian Vieri il noto brand degli anni Duemila Sweet Years. Oggi l’arresto per estorsione.
A cura di Francesca Del Boca
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Mauro Russo con Paolo Maldini (a sinistra) e Christian 'Bobo' Vieri (a destra) - foto da Getty
Mauro Russo con Paolo Maldini (a sinistra) e Christian ‘Bobo' Vieri (a destra) – foto da Getty
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Era il "brand del cuore" che tutti conoscevano nei primissimi anni del Duemila. Si tratta della Sweet Years, la marca dei calciatori per antonomasia che faceva capo ai campioni Paolo Maldini e Christian "Bobo" Vieri, ai tempi rispettivamente bandiere di Milan e Inter: nelle retrovie c'era anche Mauro Russo, imprenditore oggi tra i sette nuovi arrestati per estorsione da polizia e guardia di finanza nell'ambito dell'inchiesta Doppia Curva sul "sistema criminale" del tifo organizzato di San Siro.

Mauro Russo, del resto, è da sempre un nome vicino al mondo del calcio milanese. Ex capo ultrà nerazzurro negli anni Novanta con i Boys San Milano 1969 di Franco Caravita e Vittorio Boiocchi, Russo diventa poi socio fondatore del marchio di abbigliamento Sweet Years (di proprietà della Go Old 50 srl, amministrata da Russo) con Maldini e Vieri (non indagati) e imprenditore nel mondo dei parcheggi dello stadio Meazza.

Ed è proprio il business dei parcheggi dello stadio a finire al centro delle indagini dei pubblici ministeri Paolo Storari e Sara Ombra con l'aggiunto Alessandra Dolci. E così a Russo, già perquisito nell'ottobre del 2024 con il fratello Aldo (cognato di Paolo Maldini, non indagato), viene contestato di aver estorto per circa due anni 4mila euro al mese all'imprenditore Gherardo Zaccagni, gestore dei parcheggi di San Siro recentemente finito ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta che ha travolto anche il consigliere regionale Manfredi Palmeri. Una presunta estorsione da circa 60 mila euro, realizzata con Andrea Beretta (oggi collaboratore di giustizia) e Giuseppe Caminiti, coinvolto nell'omicidio di uno degli uomini di Francis Turatello nel 1992.

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