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Chi è Marco Pacini, il capo ultrà del Milan indagato per truffa all’Unione europea

Ci sarebbe anche l’ultrà del Milan Marco Pacini tra gli indagati nell’inchiesta per una presunta truffa all’Unione Europea per le indennità parlamentari in cui è coinvolta la mamma della sua compagna, l’eurodeputata della Lega Stefania Zambelli.
A cura di Ilaria Quattrone
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Fonte: Instagram
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Ci sarebbe anche l'ultrà del Milan Marco Pacini tra gli indagati nell'inchiesta per una presunta truffa all'Unione Europea per le indennità parlamentari. Insieme a lui è indagata anche la mamma della sua compagna. Sotto la lente degli inquirenti c'è infatti Stefania Zambelli, eurodeputata bresciana della Lega. Pacini è indagato proprio perché risulterebbe, come riporta il quotidiano Il Giorno, nello staff dell'esponente.

La Guardia di Finanza ha sequestrato 170mila euro e una parte di questo sequestro ha riguardato proprio l'ultrà e altri quattro assistenti dell'ex vice sindaca di Salò. L'inchiesta si concentra su presunte frodi ai danni del bilancio europeo. In particolare modo, il fatto che i quattro assistenti non avrebbero svolto – o lo avrebbero fatto parzialmente – le attività per le quali erano stati assunti.

Le indagini della Procura

Per gli investigatori, avrebbero quindi certificato falsamente la loro funzione al Parlamento europeo. Avrebbero anche presentato titoli che in realtà non avrebbero avuto. Sulla base degli accertamenti della Procura europea e della guardia di finanza di Brescia, Pacini avrebbe un impiego stabile che non gli permetterebbe di eseguire le mansioni collegate alle attività parlamentari, per le quali è stato assunto dall'eurodeputata.

La Procura sospetta che Zambelli, candidata anche alle regionali in Lombardia dove è la prima dei non eletti, abbia utilizzato i fondi che il Parlamento europeo dà per le attività lavorative che gli assistenti avrebbero dovuto svolgere. Gli inquirenti ritengono che il danno economico si aggiri attorno ai 172.148,82 euro. Il sequestro è avvenuto giovedì scorso così come disposto dal giudice per le indagini preliminari di Brescia Andrea Gaboardi.

"Tengo a precisare che né io, né i miei collaboratori abbiamo commesso alcun illecito. Il nostro operato è sempre stato improntato alla massima lealtà e trasparenza nei confronti delle istituzioni e della collettività", ha scritto l'eurodeputata su Facebook.

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