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Che cos’è lo “scudo penale” richiesto da Inter e Milan nella trattativa sulla vendita del ‘Meazza’

Durante i vari incontri tra il Comune di Milano e le società, Inter e Milan hanno chiesto un “regime di protezione”. Si tratta di una sorta di “scudo penale” che consentirebbe alle squadre di tutelarsi in caso di apertura di procedimenti penali.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di Claudio Furlan/ La Presse
Foto di Claudio Furlan/ La Presse
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Tra le oltre 150 pagine che compongo la delibera per la vendita del ‘G. Meazza' approvata ieri, mercoledì 17 settembre, dalla giunta del Comune di Milano, ce n'è una che riguarda un tema che finora era rimasto al margine della discussione pubblica: lo scudo per gli eventuali procedimenti penali. A presentare la questione, con una lettera datata proprio 17 settembre, è l'avvocato Alberto Toffoletto dello studio legale Nctm, su incarico della vice direttrice generale di Palazzo Marino Francesca Carmela. Come si può leggere nel documento, durante i vari incontri che si sono tenuti in questi mesi Inter e Milan hanno prestato richiesta di un "regime di protezione" nel caso in cui la Procura dovesse aprire un procedimento penale "relativo a qualche profilo dell'operazione che, anche qualora poi si rivelasse infondato, potrebbe avere l'effetto di bloccare i lavori o impattare negativamente sulla bancabilità dell'operazione".

Considerata la richiesta avanzata dalle proprietà delle due società, lo studio legale Nctm ha formulato una proposta che è stata già sottoposta alle squadre. Questa proposta prevede che se dovesse esserci un'indagine che in qualche modo impedisce l'inizio dei lavori nei termini concordati e, quindi, "metta in discussione la bancabilità del progetto", è previsto "l'obbligo per le parti di incontrarsi per valutare la situazione e cercare di salvaguardare l'efficacia del contratto e se del caso addivenire a una risoluzione consensuale del progetto".

La lettera presenta anche lo scenario nel quale il procedimento penale dovesse aprirsi nei primi 9 mesi dalla stipula del contratto di vendita e, ancora, impedisca la bancabilità del progetto. La proposta è quella di riconoscere "a ciascuna parte un diritto di recesso con restituzione della GFU a fronte del solo rimborso del corrispettivo pagato". In tal caso, "resta ferma l'indennità per l'utilizzo dello Stadio Meazza e la locazione dello stesso per i successivi cinque anni".

La proposta che è stata avanzata per conto del Comune di Milano è stata inserita all'interno della delibera anche se, ancora, i potenziali acquirenti non l'hanno accettata formalmente. "Al momento non sappiamo se la nostra proposta sia considerata accettabile dalle squadre", si legge in fondo alla lettera. Questa, però, insieme al resto della trattativa dovrà essere votata dal Consiglio comunale di Milano entro il prossimo 30 settembre, data in cui scadrà la validità della proposta d'acquisto di Inter e Milan.

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