“Cessate il fuoco!”: la presa di posizione del Teatro alla Scala contro il genocidio palestinese

Questa sera, venerdì 6 giugno, in occasione della prima del Siegfried di Richard Wagner, il Teatro alla Scala ha preso posizione, per la prima volta dall'inizio del genocidio, contro la guerra in Palestina. Lo ha fatto proiettando alcuni messaggi di pace in palcoscenico, voluti dai lavoratori scaligeri: "Cessate il fuoco!", "Stop the war!".
Una scelta quella della Scala che sembra essere diretta conseguenza alla bufera scatenatasi dopo il licenziamento di una delle sue maschere per aver gridato "Palestina Libera" in occasione del concerto inaugurale della 58esima assemblea dell’Asian Development Bank organizzato dal MEF (Ministero dell'economia e delle finanze) a cui, tra gli altri, hanno partecipato la premier Giorgia Meloni e il Ministro dell'economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti.
"Un gesto di disobbedienza civile perché la Scala è indifferente e quindi complice davanti al genocidio palestinese", aveva spiegato la maschera licenziata, sottolineando come il Teatro non avesse "mai organizzato alcuna attività istituzionale per la Palestina, diversamente da quanto invece era accaduto per l'Ucraina per la quale si era assistito fin da subito a una mobilitazione concreta".
"Si tratta di una strategia politica, perché la Palestina non si limita a essere una questione umanitaria, ma una situazione scomoda perché soprattutto politica, una lotta contro l'imperialismo occidentale. Per questo la Scala sta in silenzio, perché prendere una posizione chiara significherebbe rompere alcuni rapporti di partnership", aveva dichiarato ancora la maschera. "Infatti, il Teatro ha tra i suoi sponsor istituti finanziari come Intesa Sanpaolo, Allianz e Crédit Agricole che hanno ingenti investimenti negli insediamenti coloniali israeliani e nell'industria bellica, nonché da aziende energetiche come Edison Spa che lucra sull'estrazione di combustibili fossili dalla Palestina occupata".
Questa sera, però, il silenzio della Scala denunciato dalla maschera ha finalmente cominciato a rompersi e il Teatro si è schierato per la prima volta contro la guerra. Insieme a "Cessate il fuoco!", "Stop the war!", è stata infatti proiettata anche la frase: "E vo gridando pace, e vo gridando amor", tratta dall'opera Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi che rappresenta l'appello del Doge pronunciato nel primo atto che esprime il desiderio di pace e amore in mezzo ai conflitti politici e personali nella Genova del XIV secolo.
Un desiderio che questa sera in Teatro è tornato a essere estremamente attuale. La speranza è che possa esserlo con la forza di riecheggiare in tutti questi mesi di pesante silenzio.
