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Case popolari, Regione stanzia 74,6 milioni di euro per la manutenzione: “Obiettivo zero sfitti”

Regione Lombardia ha stanziato 74,6 milioni di euro per il recupero e il monitoraggio delle case popolare Aler. L’obiettivo è quello di creare appartamenti moderni e comodi, ma soprattutto “di azzerare, entro il 31 dicembre 2023, il numero degli alloggi sfitti nella nostra Regione”, come spiega l’assessore regionale alle Politiche sociali Stefano Bolognini.
A cura di Giorgia Venturini
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Foto di repertorio
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Ammonta a 74,6 milioni di euro l'investimento stanziato dalla Giunta regionale per la manutenzione della case popolari. La decisione è stata presa su proposta dell'assessore alle Politiche sociali Stefano Bolognini ed interessa gli immobili di proprietà delle Aziende Lombarde per l'Edilizia Residenziale (Aler) per il triennio che va da 2021 al 2023.

Obiettivo: azzerare gli sfitti

"Queste nuove e importanti risorse – spiega Bolognini – sono una conferma del forte impegno messo in campo da questa Giunta per la riqualificazione dei quartieri popolari e per il sostegno all'edilizia residenziale pubblica". I lavori di manutenzione e recupero degli immobili serviranno a migliorare la qualità della vita dando forma ad "appartamenti moderni, comodi e senza barriere architettoniche". E poi Bolognini aggiunge: "Il prossimo passo sarà la stesura dei piani di manutenzione programmata per i successivi tre anni. Ciascuna Aler lombarda ce li dovrà sottoporre entro le prossime due settimane. L'obiettivo finale è quello di azzerare, entro il 31 dicembre 2023, il numero degli alloggi sfitti nella nostra Regione".

Risolto anche il problema discriminatorio della domanda

L'annuncio dei 74,6 milioni di euro stanziati per le case Aler arriva qualche giorno dopo la decisione di Regione Lombardia, sempre tramite delibera di giunta, di dare esecuzione all'ordinanza del tribunale di Milano dello scorso 27 luglio quando il giudice aveva dichiarato “discriminatorio” il regolamento regionale che richiedeva solo agli stranieri di presentare nella domanda per una casa popolare anche un certificato che dimostrasse l'assenza di redditi nel Paese d’origine. Le differenti modalità pretese avevano creato tensioni tra Comune e Regione: per il primo, così come per altre associazioni, non è facile presentare il certificato per uno straniero che non fa ritorno nella sua città natale da anni dove per di più, nella maggior parte dei casi, manca un vero sistema catastale. A risolvere il tutto era stata la decisione del tribunale e infine la delibera della Giunta regionale.

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