Case popolari a Milano, un’inquilina con deambulatore: “L’ascensore spesso non va, bloccata a casa anche per giorni”

Ascensori malfunzionanti, sporcizia nelle aree comuni, fogne quasi sempre intasate, riscaldamento e acqua calda a singhiozzo: sono alcuni dei disagi segnalati a Fanpage.it dai residenti di via Catania 126, Sesto San Giovvani (Milano). Qui sorge un complesso di edilizia pubblica di recente costruzione, con circa una cinquantina di appartamenti che si sviluppano su sei piani.
Le ex "case di plastica"
Per tutti sono le ex "case di plastica", dal ricordo del precedente esperimento socio-architettonico sorto in quella stessa area e dichiarato fallito. Erano gli anni Settanta del secolo scorso quando l'architetto Mario Scheichenbauer s'impuntò per realizzare a basso costo case destinate alle fasce meno abbienti della popolazione. Fu così costruito un palazzo giallo con pareti fatte di pannelli in resina e gesso.
Nessuno, almeno formalmente, ha mai vissuto in quelle che da subito sono state battezzate "case di plastica", perché non in grado di resistere alle alte temperature d'estate e al freddo invernale. Agli inizi degli anni 2000 sono iniziate le prime occupazioni abusive, cessate in via definitiva con lo sgombero dello stabile nel 2010 e la demolizione a seguire.
Nella stessa area l'azienda lombarda di edilizia residenziale Aler ha costruito nel 2017 un nuovo complesso di case popolari: "Uno stabile che interpreta un linguaggio architettonico completamente nuovo, edificato secondo i più moderni criteri progettuali e costruttivi – scriveva l'allora presidente di Aler Milano Angelo Sala – […] un modello di cooperazione che auspico segni l’avvio di un nuovo corso della storia della costruzione, manutenzione e gestione delle case popolari".
Ma, almeno sul concetto di manutenzione, gli attuali residenti di via Catania sembrano riscontrare non poche difficoltà.

L'ascensore che "va e non va"
La prima persona da cui ci portano gli inquilini di via Catania è Viviana Riva, ultra ottantenne che vive con il marito al sesto e ultimo piano. La signora Viviana ci accoglie raggiungendo l'ingresso del suo appartamento con il deambulatore. E dice sospirando: "Abbiamo sempre avuto problemi in questa casa".
La nota più dolente è l'ascensore: "Va e non va – si lamenta Viviana -, sono stata anche venti giorni, se non un mese, senza potermi muovere da casa, perché col mio carrellino non posso certo scendere o salire sei piani di scale. Spesso devo rimandare i controlli medici perché arrivo sul pianerottolo e scopro che l'ascensore non funziona".
Viviana non è l'unica a soffrire per la presenza-assenza dell'ascensore. Nel complesso, ci raccontano altri inquilini, vivono diverse persone con disabilità, tra cui minori. E poi c'è Rocco Aghilar, malato oncologico: "Ho fatto sei chemio e sono fisicamente distrutto, mi tremano le gambe: come faccio a farmi quattro piani a piedi?"
"Avevano detto che queste case erano pensate per i disabili – continua Rocco -, ma qui è la rovina dei disabili". E in effetti il 27 marzo 2018 il giornale locale ‘Lo Specchio di Sesto San Giovanni', in relazione ai primissimi alloggi assegnati in via Catania, parlava di "3 [appartamenti] per anziani, uno per disabili e uno monoparentale".

Acqua, riscaldamento e igiene
Nella scala adiacente saliamo fino all'appartamento di Giuseppina Galeone, un alloggio moderno e apparentemente confortevole, se non fosse per i problemi termico-idraulici: "Sono stata quattro o cinque giorni senza acqua calda – ci spiega -, adesso è tornata ma solo momentaneamente, perché tutti gli anni va e viene. Anche il riscaldamento spesso non funziona".
Con Giuseppina scendiamo nelle aree comuni, dove viene gestita la raccolta differenziata dell'immondizia. "Vedete qui? Sentite l'odore? – ci apostrofa -. È perché la spazzatura la buttano, ma questi ambienti non li pulisce nessuno, così come gli androni e le scale: sono piastrelle, basterebbe buttare un po' di detersivo, ma niente. A volte lo facciamo noi inquilini, però non dovrebbe essere così".
Per Marianna Tassiello, altra residente, il problema più grosso sono le fognature: "Si intasano ogni due per tre – ci racconta -. Probabilmente alcuni inquilini buttano quello che non devono buttare, ma chiediamo controlli e soluzioni, perché non è possibile che siamo tutti continuamente invasi da puzza e sporcizia". "Qui è una stalla – aggiunge l'inquilino Giovanni Falardi -, mi vergogno a invitare i miei amici".

Degrado nei box auto mai utilizzati
L'apoteosi del degrado, concordano tutti i residenti di via Catania, si concretizza nei sotterranei. Qui, insieme alle cantine, doveva esserci un parcheggio interrato, di fatto mai adibito a tale uso e convertito ufficiosamente in discarica.
Nell'attraversare lo spiazzo buio dove avrebbero dovuto esserci le auto parcheggiate ci imbattiamo in materassi abbandonati, stendibiancheria arrugginiti, bottiglie di birra vuote e persino escrementi umani. "Quello che ci hanno detto – spiega Giovanni Falardi – è che questo punto dello stabile non è agibile, quindi non abbiamo mai potuto utilizzarlo per parcheggiare, ma se ci fosse un passaggio di auto sicuramente non sarebbe in questo stato".
Diversi residenti riferiscono di avere più volte segnalato disagi e malfunzionamenti ad Aler, senza però, dicono, avere avuto risposte adeguate: "Ci sentiamo abbandonati", ripetono all'unisono.