video suggerito
video suggerito

Carlotta Vagnoli torna a parlare e attacca i giornalisti: “La mia vita rovinata da Selvaggia Lucarelli, ho perso tutto”

Dopo quasi un mese e mezzo dalla chiusura delle indagini, l’attivista parla per la prima volta del caso su Instagram rivolgendosi direttamente ai giornalisti.
2 CONDIVISIONI
Carlotta Vagnoli, attivista femminista (foto: frame video Instagram)
Carlotta Vagnoli, attivista femminista (foto: frame video Instagram)

Dopo la chiusura delle indagini per stalking e diffamazione aggravata da parte della Procura di Monza, Carlotta Vagnoli – una delle attiviste femministe finite nel mirino – dopo quasi un mese e mezzo oggi è tornata a parlare, per la prima volta del caso sulla sua pagina Instagram rivolgendosi in video direttamente ai giornalisti: "Non ho intenzione di parlare dell’inchiesta in corso perché è una cosa che trovo disgustosa quando la fanno gli uomini accusati di reati, figuriamoci se lo faccio io. Ma giornalisti non temete: se andremo a processo, noi tre indagate chiederemo di avere dibattimento pubblico così che possiate ottenere informazioni – finalmente – in modo lecito, trasparente e non filtrato. Non sarò breve, ma le cose serie vanno trattate con competenza". 

E sempre rivolgendosi ai giornalisti incalza: "Avete lavorato su una non notizia, ottenuta in maniera illecita. Dopo gli articoli usciti su questo caso è successo l'inimmaginabile. Ho perso tutto. Sono saltate tutte le mie collaborazioni e appuntamenti di lavoro, i tour nei teatri a cui lavoravo da anni e in cui erano coinvolte più persone. Tutto questo poteva essere evitato, perché poteva essere fatto meglio. Voi siete il quarto potere, la reazione delle vostre azioni è potenzialmente devastante e mortale. È un miracolo che in questa situazione non ci sia scappato il morto". 

Nei tre lunghi video pubblicati tutti sulla sua pagina Instagram, Vagnoli spiega, in quello centrale, anche come Selvaggia Lucarelli, nel suo articolo sul Fatto Quotidiano, avesse riportato alcuni estratti della “chat femminista” estrapolati però da un contesto ben più ampio e quindi deviando completamente il senso del discorso: "È impressionante come sia stato fatto un vero e proprio taglio ad arte". 

Cosa è accaduto e le indagini della Procura di Monza

La Procura di Monza aveva aperto un'indagine per stalking nei confronti di due attiviste femministe, Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte, molto note sui social, oltre che nei confronti della scrittrice esperta di relazioni internazionali Benedetta Sabene. Per loro era avvenuta la notifica del 415 bis. Lo scorso 28 gennaio, con diverse storie pubblicate sui social, Vagnoli e Fonte, entrambe note per l'impegno contro la violenza di genere, avevano riferito di aver subito una perquisizione e il sequestro di alcuni dispositivi elettronici, come cellulari o computer.  Le indagini si sono chiuse e le tre ragazze hanno avuto la possibilità di essere ascoltate. Per il momento la Procura non ha ancora deciso se rinviarle o meno a processo.

Le motivazioni del sequestro e della confisca non erano state spiegate dalle due attiviste. A farlo, era stata Selvaggia Lucarelli in una delle sue newsletter: la giornalista aveva riferito che le due ragazze sarebbero state indagate per stalking e diffamazione aggravata. Lucarelli aveva poi aggiunto che l'accusa sarebbe stata legata a una una storia di vessazioni nei confronti di un altro attivista accusato di essere un abuser, ovvero un molestatore. Vagnoli e Fonte avevano poi contestato le parole di Selvaggia Lucarelli.

Secondo quanto si apprende i fatti contestati risalirebbero a dicembre 2023 quando, secondo quanto ricostruito, l'uomo avrebbe iniziato una relazione con un'altra attivista femminista, frequentata dalle due indagate. La relazione tra i due sarebbe stata aperta, ma il ragazzo avrebbe nascosto di avere un flirt con un'altra donna dello stesso gruppo. Quando la ragazza l'ha scoperto, l'ha lasciato e ha dato il via a quella che gli inquirenti hanno definito una "gogna digitale". L'uomo infatti è stato accusato di essere un manipolatore, un abuser appunto, da far sparire dalla scena pubblica. Insieme alle due ragazze indagate, si è aggiunta anche Benedetta Sabene, anche lei nella cerchia delle attiviste e scrittrice esperta di relazioni internazionali.

2 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views