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Inchiesta sull’urbanistica a Milano

Cantiere di viale Papiniano a Milano, i pm: “Va sequestrato, il costruttore ci ha solo guadagnato”

La Procura di Milano contro il dissequestro del cantiere di viale Papiniano 48. “Nessuna buona fede, non è accettabile che progettisti e architetti ignorino le leggi edilizie”
A cura di Francesca Del Boca
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Cantiere di viale Papiniano a Milano prima e dopo la demolizione del fabbricato industriale
Cantiere di viale Papiniano a Milano prima e dopo la demolizione del fabbricato industriale
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La Procura di Milano ricorre al Riesame contro la revoca del sequestro del cantiere di via Papiniano 48, disposto a novembre e annullato dieci giorni dopo dalla gip Sonia Mancini perché l'imprenditore Salvatore Murè e il progettista Mauro Colombo sarebbero in fondo stati in "buona fede", e sarebbero invece stati i "comportamenti del Comune di Milano a fuorviare il privato" nonostante, come aveva mostrato anche un retroscena di Fanpage.it, la "assoluta illegalità del progetto di una torre di 8 piani in zona San Vittore con appartamenti in vendita a 2 milioni di euro che dovrebbe nascere dalla demolizione di un magazzino-deposito di 4 piani, autorizzata con Scia alternativa al permesso di costruire (come una ristrutturazione edilizia invece che nuova costruzionesenza piano attuativo e in un'area sottoposta al vincolo Naviglio Grande e al vincolo regionale Nucleo Rurale di Interesse Paesaggistico".

Gli appartamenti da milioni di euro in vendita (Papiniano 48)
Gli appartamenti da milioni di euro in vendita (Papiniano 48)

Quello che riguarda il cantiere di viale Papiniano è stato il primo provvedimento dell'ufficio gip di Milano che ha valorizzato l'elemento della buona fede dei costruttori. Ma per la Procura non si può comunque "trovare giustificazione" in coloro che svolgono professionalmente una determinata attività e che sono tenuti a un "dovere di informazione" più "rigoroso" di quello richiesto a un "comune cittadino". Insomma, non è accettabile nessuna "ignoranza inevitabile" di aver commesso abusi edilizi perché un costruttore o un architetto è un "operatore economico esperto" che non può invocare la propria buona fede dopo aver tratto "vantaggi economici lucrabili" da quella stessa presunta ignoranza. Anche solo davanti a un "dubbio", o a una supposta "oscurità" delle leggi edilizie, anzi, queste figure avrebbero dovuto fermare i cantieri per "conseguire la corretta conoscenza" delle norme. Tutto il contrario di quanto avvenuto all'interno del cantiere di viale Papiniano 48.

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