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Boom di casi Covid, epidemiologo La Vecchia: “Omicron ha scombinato le carte, temo salgano i morti”

L’epidemiologo dell’Università Statale di Milano, Carlo La Vecchia, in un’intervista a Fanpage.it ha commentato il boom di contagi di ieri in Lombardia.
A cura di Simona Buscaglia
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Immagine di repertorio
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L'ultimo aumento dei contagi Covid, che ha toccato in particolar modo la Lombardia dove ieri si sono superati gli ottomila nuovi casi in 24 ore, potrebbe essere l'inizio "dell'effetto Omicron" oppure lo spostamento dei contagi dal Nord Est, area dove l'ultima ondata è cominciata prima. A chiarire i dubbi, come dichiara in un'intervista a Fanpage.it l'epidemiologo Carlo La Vecchia dell'Università Statale di Milano, saranno i risultati del sequenziamento disposto dal governo: "La Lombardia nell'ultima settimana ha avuto un incremento significativo dei contagi, probabilmente dovuto alla vicinanza con l'area del Nord est che ha avuto gli aumenti più importanti prima. Oggi la regione ha un'incidenza più elevata rispetto al resto d'Italia e una tendenza più sfavorevole, ma è solo una questione di tempo, poi probabilmente si diffonderà dovunque. Quello che può cambiare tutto è la variante Omicron, dipenderà tutto dai dati che ci daranno domani – ha spiegato La Vecchia – se ci diranno che la Omicron è già al 30 per cento sarebbe ottimo, perché vorrebbe dire che un terzo dei suoi contagi sono già ‘superati' con questi numeri, se fosse al 3 per cento dovremmo aspettarci tutto invece".

Non si può più parlare di "ondate"

L'epidemiologo della Statale ha aggiunto che le previsioni dell'evoluzione della variante Delta "sono saltate", visto che il picco previsto "era attorno a questi giorni ma evidentemente si è inserito qualcos'altro e cioè siamo di fronte verosimilmente all'inizio della variante Omicron. Ci attendiamo un aumento continuo dei contagi nelle prossime settimane, almeno fino a metà gennaio". Secondo La Vecchia poi non si può più ragionare a "ondate", come la scorsa primavera: "Ci sono vari fattori che agiscono in modo opposto e che portano, ad esempio nel Regno Unito, a uno stallo dei contagi: parliamo di più di quattro mesi di stallo dei contagi fermi sui 40mila, che solo nell'ultima settimana sono aumentati – ha spiegato La Vecchia – È possibile che grazie ai richiami, quasi sicuramente ridotti a quattro mesi, e grazie a qualche sforzo in più di copertura vaccinale, ci sia un'opposizione alla tendenza di crescita della Omicron. Non è detto che a gennaio si arrivi a un picco di contagi e poi si scenda, ma potrebbe esserci uno stallo simile al Regno Unito". L'aspetto positivo del modello britannico riguarda soprattutto il basso numero di decessi: "Non hanno mai superato come media settimanale i 100/120, mentre in Francia e in Germania siamo arrivati a 300 decessi".

La Vecchia: "Temo aumento dei decessi ma non come l'anno scorso"

Per l'epidemiologo però in Italia siamo invece più vicini al modello franco tedesco rispetto a quello britannico: "Temo un aumento dei decessi, il nostro modello infatti è simile, per vaccini e tempistiche, a quello franco tedesco, in Gran Bretagna hanno fatto vaccini diversi con tempi diversi – ha concluso – Non mi aspetto però che da noi si arrivi ai dati dell'anno scorso, quando, come media settimanale siamo arrivati a 878 a fine novembre. Ora siamo a 121. Spero di passare un inverno con numeri tra la metà e un terzo di quelli dell'anno scorso. Il vaccino farà da barriera sulla Omicron in termine di gravità clinica e contagi. Questo è il motivo per cui dobbiamo accelerare subito i richiami agli adulti e agli anziani. Anche con gli standard dei cinque mesi abbiamo più dei metà dei 50enni e più che non sono coperti dal richiamo".

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