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Bimba con due mamme, scoppia la faida tra due sindaci: uno le riconosce, l’altro si oppone

Un sindaco non ha riconosciuto il diritto di una bimba ad aver due mamme, rifiutandosi di trascrivere il nome della mamma intenzionale sul certificato della piccola. Il sindaco di Lecco, invece, sta supportando la famiglia “per rispetto della Costituzione”. Cosa sta succedendo.
A cura di Giulia Ghirardi
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Una famiglia che vuole essere riconosciuta. Un sindaco la sostiene, riconoscendo il diritto della bimba ad aver due mamme, un'altro si oppone, rifiutando di trascrivere il nome della mamma intenzionale sul certificato della piccola.

A portare alla luce la vicenda è stato il primo cittadino di Lecco, Mauro Gattinoni, che, in occasione del Lecco Pride, sul palco dell'evento ha raccontato la storia della famiglia: "Non per orgoglio", ha precisato il Sindaco. "Ma per coscienza, e per rispetto della Costituzione".

Gattinoni, infatti, ha spiegato di aver riconosciuto il diritto alla bambina ad avere due mamme affinché "il suo diritto costituzionale" fosse riconosciuto. Il problema è, però, sorto nel momento in cui il sindaco del paese dove le due mamme e la piccola risiedono si è, invece, rifiutato di trascrivere il certificato della bimba e ha segnalato in Procura sia il sindaco lecchese, sia le due mamme. A fronte di ciò, i giudici hanno imposto la cancellazione dal documento della bimba – nata a Lecco – il nome della mamma intenzionale e di lasciare soltanto quello della madre naturale.

Per il sindaco, dunque, la bimba avrebbe soltanto un genitore. Eppure, proprio lo scorso 22 maggio, la Corte Costituzionale ha stabilito che "è incostituzionale il divieto per la madre intenzionale di riconoscere come proprio il figlio nato in Italia da procreazione medicalmente assistita legittimamente praticata all'estero". Tale sentenza stabilisce, infatti, che tutti i bambini e le bambine avrebbero potuto avere sin da subito due madri, senza più bisogno di ricorrere all'adozione, e avrebbero potuto essere registrati all'anagrafe sin alla nascita come figli di entrambe.

"Dopo essere stato eletto, due mamme mi hanno chiesto se ero disponibile a riconoscerle genitori della loro figlia, nata in ospedale a Lecco", ha raccontato il sindaco Gattinoni. "In assenza di una legge, il funzionario dell'Anagrafe non avrebbe potuto. Mi sono consultato con i miei assessori e abbiamo deciso di sì. Mi sono assunto la responsabilità". Il problema è che "l'atto avrebbe dovuto poi essere trascritto nel Comune di residenza" dove, invece, il sindaco lo ha impugnato e ottenuto la cancellazione della madre intenzionale, ignorando – di fatto – la direzione intrapresa dalla Corte Costituzionale e segnando, così, un chiaro passo indietro sul cammino di riconoscimento dei diritti civili.

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