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Baby Gang armato di pistola e le minacce di Neima Ezza, arrestati per rapina: “Non muoverti o finisce male”

I rapper Neima Ezza e Baby Gang sono stati arrestati per rapina a Milano. Il pm ha ricostruito gli episodi e ne ha tracciato il profilo criminale, chiedendo i domiciliari per il primo (con divieto di comunicare con l’esterno) e il carcere per il secondo.
A cura di Salvatore Garzillo
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Dall’album in uscita all’album fotografico della polizia. Se la street credibility dei rapper va misurata in procedimenti penali, allora Neima Ezza e Baby Gang stanno scalando le classifiche. Nell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Manuela Scudieri, al termine della contestazione per le rapine commesse a Milano, si legge che "la valutazione del complessivo materiale probatorio acquisito fa ritenere sussistente un grave quadro indiziario a carico di Amine Ez Zaaraoui (Neima Ezza, ndr)" e che “sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico di Zaccaria Mouhib (Baby Gang, ndr)".

Secondo quanto riportato nell'ordinanza visionata da Fanpage.it, Neima Ezza avrebbe colpito una delle vittime con uno schiaffo al petto e gli avrebbe strappato una collanina dicendogli: "Non ti muovere, altrimenti finisce male". Baby Gang è invece accusato di aver aggredito un ragazzo che era seduto nella propria auto e, puntandogli una pistola in faccia gli avrebbe ordinato di consegnare un paio di auricolari, 130 euro e le chiavi della vettura. Nella ricostruzione è proprio il rapper il primo a entrare nell’abitacolo del malcapitato e a puntargli la pistola minacciando di ucciderlo. "Mouhib – si legge nel provvedimento – gli intimava di non urlare e di comportarsi come se li conoscesse, altrimenti sarebbe stato ucciso".

Le rapine lo scorso maggio

Il primo episodio risale al 22 maggio scorso, tra le 21.30 e le 22.15, alle colonne di San Lorenzo. Tre persone si avvicinano per chiedere un accendino alla vittima designata, un ventenne come loro. Il ragazzo glielo porge ma in risposta uno degli sconosciuti lo afferra per il collo, un altro gli prende il portafogli della tasca e l’ultimo gli strappa la collanina da 1.500 euro. L’unico a essere riconosciuto dalla vittima sarà Samuel Mattheew Samy Dhahri, 19 anni compiuti ieri.

La seconda denuncia riguarda la stessa sera, circa un’ora dopo, sempre alle colonne di San Lorenzo. Stavolta la vittima viene avvicinata da 4-5 ragazzi, tra cui uno accompagnato da un pitbull al guinzaglio. Lo stratagemma è la richiesta di una sigaretta, un trucco per distrarlo. Un rapinatore gli strappa la collanina mentre un altro lo blocca dicendogli di stare fermo. E grazie a un album fotografico chiamato dalla polizia "Baby trap" riconosce Neima Ezza come l’autore dello scippo, Dhahri e un minorenne come complici.  

Un’altra rapina viene commessa il 23 maggio, il giorno dopo. Attorno alle 22 un ragazzo si trovava in piazza Vetra assieme ad amici quando viene accerchiato da 3 coetanei, qualcuno lo colpisce con uno schiaffo al petto. Anche stavolta il riconoscimento porta a Neima Ezza e Baby Gang.

L’ultimo colpo contestato avviene il 4 giugno attorno al chiostro di Sant’Eustorgio, a poca distanza dalle solite Colonne. Stavolta il rapinato racconta che poco prima di mezzanotte era stato avvicinato da un magrebino che lo aveva spinto contro un muro ed era stato circondato da un gruppo di almeno 10 persone, una delle quali gli aveva strappato la collanina: il minorenne e Dhahri.

Soggetti pericolosi

I magistrati ritengono "ravvisabile il pericolo concreto e attuale di reiterazione" del reato e "in particolare è concreto il pericolo che gli indagati Samuel Mattheew Samy Dhahri, Zaaraoui e Mouhib se lasciati in libertà, commettano altri gravi delitti della stessa specie".

Per Neima Ezza, seppure formalmente incensurato, “appare rilevante il ruolo da protagonista svolto nella commissione delle 2 rapine che lo hanno visto strappare materialmente la collo delle vittime le colline, condotta che ne mette in evidenza la personalità di chi assume un ruolo di comando nel gruppo criminale”. Dhahri, nonostante la giovane età, “risulta gravato da precedenti condanne e pregiudizi di polizia per reati contro il patrimonio e connotati da violenza. Ancora più marcato il profilo di pericolosità sociale di Mouhib, sia per la concreta gravità della condotta a lui attribuita in questa sede, realizzata con l’uso di un’arma e con minacce gravi, sia per i precedenti penali anche specifici". Al termine di queste precisazioni il pubblico ministero chiede la custodia cautelare in carcere per Baby Gang, mentre i domiciliari per Dhahri e per Neima Ezza, ma col divieto di comunicare con persone diverse dai conviventi e dall’avvocato. Niente social, niente street, niente credibility. 

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