Arrestato a Malpensa su mandato Usa per spionaggio, Xu Zewei si difende: “C’è stato uno scambio di persona”

È stato ascoltato questa mattina, martedì 8 luglio, dalla giudice Veronica Tallarida della Corte d'Appello di Milano Xu Zewei, il 33enne arrestato alcuni giorni fa all'aeroporto di Malpensa (in provincia di Varese) su mandato degli Stati Uniti d'America. Secondo un'inchiesta dell'Fbi, avrebbe fatto parte di un team di hacker che nel 2020 avrebbe cercato di ottenere informazioni dalle università statunitensi relative al vaccino anti-Covd. "Non avevo motivo per compiere ciò che mi viene contestato, qualcuno potrebbe aver violato e usato il mio account", ha dichiarato Xu Zewei che ha ipotizzato uno "scambio di persona". Il 33enne, assistito dall'avvocato Enrico Giarda, si è opposto alla richiesta di estradizione negli Stati Uniti.
Xu Zewei è stato arrestato lo scorso 3 luglio non appena atterrato all'aeroporto di Malpensa e dal 4 luglio si trova in carcere a Busto Arsizio su disposizione della gip. Secondo le accuse mosse dagli investigatori statunitensi, a partire da febbraio 2020 il 33enne avrebbe fatto parte di un team di hacker che aveva preso di mira università e docenti per cercare di carpire informazioni relative al vaccino anti-Covid che era in lavorazione durante la pandemia. Dal 2 novembre 2023 su di lui pendeva un mandato di arresto internazionale con le ipotesi di reato di frode telematica e furto di identità, associazione a delinquere finalizzata alla frode telematica e accesso non autorizzato a computer protetti.
Questa mattina, 8 luglio, si è tenuta in carcere l'udienza per l'identificazione e per l'eventuale consenso all'estradizione richiesta dagli Usa. Consenso che il sospettato non ha dato. "Qualcuno potrebbe avere usato la mia identità, il mio nome e cognome molto diffuso, utilizzando il mio account mail", avrebbe dichiarato davanti alla giudice. Il 33enne, che lavora come IT manager per un'azienda di Shangai, avrebbe anche raccontato di come "nel 2019-2020 sparì un mio telefono".
Entro il 13 luglio, quindi dieci giorni dall'arresto, il ministero della Giustizia italiano dovrà far sapere alla Corte d'Appello di Milano se intende confermare il provvedimento ai fini dell'estradizione. Dopodiché, gli Stati Uniti dovranno entro 40 giorni far pervenire tutti gli atti della richiesta di estradizione. Nel frattempo, la difesa del 33enne sta lavorando per chiedere gli arresti domiciliari e il consolato cinese ha chiesto, e ottenuto, una visita in carcere.