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Alessia Pifferi verso la sentenza, la sorella: “Ha sempre fatto la vittima accusando gli altri”

“Penso che non abbia capito niente. Io non l’ho mai odiata. Ho cercato di farle capire che stava vivendo in maniera sbagliata”: parla la sorella di Alessia Pifferi a pochi giorni dalla sentenza.
A cura di Giorgia Venturini
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Fonte: Fanpage.it
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Si va verso la fine del processo per Alessia Pifferi, la donna accusata di aver abbandonato la figlia di 18 mesi a casa da sola per giorni provocandone la morte per stenti. Nell'ultima udienza il pubblico ministero Francesco De Tommasi ha chiesto l'ergastolo per l'imputato, mentre nella prossima udienza di lunedì 13 maggio toccherà all'avvocato della famiglia di Alessia Pifferi parlare e l'avvocata difensore Alessia Pontenani. E lunedì potrebbe arrivare la sentenza.

Oggi venerdì 10 maggio la sorella dell'imputata, Viviana Pifferi, intervistata alla trasmissione tv Storie Italiane ha spiegato questi giorni prima della sentenza che potrebbe arrivare a giugno: "Il processo è pesante a livello emotivo. Vederla lì in aula a pochi centimetri è pesante. Non ho un’aspettativa concreta o materiale: mi aspetto che venga fuori la verità e che la mia bambina possa volare serena finalmente. Ne sono state dette veramente tante, perdendo di vista Diana".

Poi torna a parlare del rapporto che ha avuto da sempre con la sorella: "Penso che non abbia capito niente. Io non l’ho mai odiata. Io ho cercato di farle capire che stava vivendo in maniera sbagliata. Sapevo che se l'uomo di Bergamo non la avesse più voluta, lei avrebbe comunque avuto un tetto sotto cui vivere che era quello mio e di mia madre. Quindi dov’era questo odio di cui lei parla? Lei invece ha fatto la vittima accusando gli altri. Secondo lei non ha avuto colpa di niente".

Alessia Pifferi nell'ultima udienza ha infatti voluto rilasciare una dichiarazione spontanea davanti ai giudici della Corte D'Assise in cui ha anche detto: "Vorrei partire dalla mia infanzia, sono stata una bambina isolata. Ho subito un abuso sessuale. Questo signore viveva nel palazzo vicino. Sono stata tolta da scuola per accudire mia madre e non ho potuto continuare gli studi. Mio padre quando è andato in pensione voleva comprare una salumeria anche per mia sorella. Io vivevo con pochissimi soldi. Tutti gli uomini che ho avuto mi prendevano in giro. Quello che so è che non ho mai voluto uccidere mia figlia, non è nulla premeditato. Non so perché mia sorella mi ha sempre odiato".

Durante queste dichiarazioni la sorella, presente in aula, è uscita: "Mi aspettavo – spiega nella trasmissione tv – almeno un pianto, delle scuse. Ma non verso di noi. Noi non vogliamo scuse, ma verso sua figlia". E ancora: "Non è vero che la sua testa, in quei sei giorni, si era spenta dal ruolo di mamma. La testa che si spegne mi piacerebbe averla io. Ride e mangia anche i cioccolatini, vi posso garantire che io la mattina mi alzo e non mi guardo neanche allo specchio. Due giorni prima che era a Milano, non è nemmeno passata da casa. Io ho ancora in casa mia una scatola dei vestitini che mia sorella mi aveva lasciato perché qualche volta mi dava Diana. Più volte le ho detto che se era stanca di portamela. Non me l'ha mai lasciata. Mai".

Invece "le accuse che sta facendo verso gli altri, non so se sono strategie o meno, stanno facendo male. Quando le ho fatto notare che viveva in modo sbagliato lei mi rispondeva che dovevo farmi i fatti miei".  Poi conclude: "Lei ha fatto una cosa che va fuori dalla mia regione. Lunedì avrò un pugno al cuore: ci sarà una sentenza, non ci sarà. Sta di fatto che non c’è più la bambina e lei accusa ancora gli altri".

(Ha collaborato Ilaria Quattrone)

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