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“Alessia Pifferi è venuta qui a cena con la limousine”: il racconto di una ristoratrice mentre Diana era a casa

Una ristoratrice di Endine (Bergamo) ha descritto la serata che Alessia Pifferi e il compagno hanno trascorso nel suo ristorante alcuni giorni prima la morte di Diana.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Alessia Pifferi è arrivata con una macchinona bianca lunghissima abbastanza scenica, era una limousine": a dirlo in un'intervista alla trasmissione Iceberg Lombardia di TeleLombardia è una ristoratrice di Endine (Bergamo). La 37enne avrebbe cenato nel suo locale con il compagno dell'epoca alcuni giorni prima la morte della figlia.

La 37enne Alessia Pifferi è in carcere a San Vittore con l'accusa di omicidio: la figlia Diana di appena 18 mesi è infatti morta per stenti perché lasciata una settimana proprio per poter trascorrere quei giorni con il suo fidanzato. Durante l'ultima udienza, ha inoltre raccontato di aver avuto rapporti sessuali a pagamento per poter affittare una limousine per lui.

Il racconto della ristoratrice

La ristoratrice ha raccontato di non aver mai parlato con la coppia: "Con loro non ho avuto a che fare perché volevano fosse una serata molto discreta. Ho parlato tanto con l'autista della limousine, mi ha detto che Alessia Pifferi gli aveva fatto avere i soldi della cena perché a fine serata avrebbe dovuto pagare lui. All'autista la Pifferi ha detto che era un regalo per l'uomo che era con lei".

Pifferi infatti avrebbe voluto massima discrezione: "L'impressione che ho avuto – quando ho letto la mail – è che sarebbero arrivate due persone che non volevano né andare in cassa per pagare né parlare con noi del locale. Ho memorizzato queste indicazioni sul mio telefono con la dicitura "richieste strane".

La testimonianza del capo della squadra mobile

La serata alla quale fa riferimento la ristoratrice – avvenuta alcuni giorni prima la morte di Diana – è la stessa descritta dal capo della squadra mobile di Milano, Marco Calì, durante una delle udienze svolte in tribunale a Milano. Il 27 giugno scorso, infatti, il dirigente aveva spiegato ai giudici che le indagini avevano permesso di scoprire che Pifferi chiedeva denaro con la scusa che le servivano per la bambina: "Quando in realtà servivano per pagarsi le sue serate romantiche".

E proprio relativamente alla limousine, Calì ha riportato che la 37enne aveva giustificato l'auto sostenendo che le servisse "per la festa di battesimo della piccola Diana". Cerimonia che però non è mai avvenuta. Proprio per partecipare alla serata, raccontata dalla ristoratrice, Pifferi avrebbe lasciato – secondo gli inquirenti – la bimba da sola a casa.

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